Un presidente alcamese: i retroscena del blitz “l’isola che non c’è” condotto dalla Procura di Catanzaro

Retroscena del blitz “L’isola che non c’è” condotto dalla Procura di Catanzaro. Avevano creato uno stato fittizio, un pensionato di Alcamo ne era il presidente.

Lo Stato (fittizio) aveva un nome altisonante, Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”. L’esistenza è stata scoperta il 7 aprile dell’anno scorso durante una perquisizione ordinata dalla Procura di Catanzaro, in un ufficio sito nello stesso capoluogo calabrese. In quei locali aveva sede la rappresentanza diplomatica di questo Paese. Capo di Stato, anzi Luogotenente Generale, dal 2011, un alcamese, pensionato, Damiano Bonventre, classe ’51, tra le 12 persone oggi colpite da una misura cautelare eseguita dagli agenti della Direzione centrale polizia di prevenzione e dalle Digos di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani.

Il blitz, scattato per i reati di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, perfettamente realizzati secondo i format internazionali, e riciclaggio, ed è stato coordinato dal procuratore Nicola Gratteri, non a caso denominato “l’isola che non c’è” . Catanzaro. Alcamo e Teramo i terminali di questo Stato fantasma, la cui esistenza per compiere un maxi raggiro è stata fatta risalire al trattato Antartico del 1959. Uno Stato esistente sulla carta, con tanto di Governo, ministri, Corti giudiziarie, gazzetta ufficiale, siti internet e presidente, l’alcamese Bonventre per l’appunto, indagata è anche la sua moglie, Koshuba Liliya,classe ’56, originaria dell’ Uzbekistan, sfuggita all’esecuzione della misura perché all’estero. del 56. Non è stato possibile eseguire la misura perché attualmente è all’estero, La truffa. E’ consistita nel raggirare oltre 700 italiani, convinti dietro pagamento di somme comprese tra i 200 e i mille euro, ad acquisire cittadinanza “sangiorgiese” e titoli nobiliari, facili finanziamenti per le loro attività, documenti per facilitare la libera circolazione tra diversi Stati. Benefici più allentati quelli di un prelievo fiscale decisamente vantaggioso, con un’unica aliquota del 5 per cento e quindi non dover pagare più nulla al fisco italiano. Tra i coinvolti anche parecchi medici, che, sospesi dall’albo in Italia, venne fatto credere che avrebbero potuto esercitare nello Stato di San Giorgio.

Tra gli affari scoperti la vendita di due terreni, sempre nel fantomatico Stato antartico. L’ultimo colpo non è andato a segno: gli organizzatori del raggiro stavano raccogliendo fondi tra gli ignari sangiorgesi per acquistare l’isola greca di Kouneli, in Grecia, per dare una terra a quello Stato esistente solo sulla carta. Una truffa per oltre 400 mila euro, soldi depositati presso una banca maltese, dove esisteva anche un rappresentanza diplomatica dello Stato di San Giorgio. In totale sono 30 gli indagati.Tra gli indagati, non raggiunti dal alcun provvedimento, ma iscritti nel registro degli indagati della Procura di Catanzaro, c’è anche l’avvocato alcamese Baldassare Lauria. Nome noto il suo perché legato, oltre che alla politica, per anni è stato esponente della destra alcamese, ma è stato anche difensore di Giuseppe Gulotta, scagionato, dopo anni di carcere, e grazie al processo di revisione, dalla strage dei carabinieri Apuzzo e Falcetta, commessa ad Alcamo Marina nel gennaio 1976. Lauria ha creato un movimento di assistenza legale, “Progetto Innocenti”, per la revisione di processi definitivi di condanna. Tra i suoi clienti anche l’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino. Nell’indagine calabrese l’avvocato Baldassare Lauria è indagato quale direttore dell’ufficio legale dello Stato antartico. Lui replica dicendo di aver fatto solo una consulenza per lo Stato Antartico e di difendere l’alcamese Bonventre.

 

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedente“Tempesta” impoverito: sequestrati beni per oltre un milione di euro al boss di Castellammare del Golfo
Articolo successivoPantelleria: incendio sotto controllo. Inizia la conta dei danni e la ricerca dei responsabili
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.