Nell’ambito di Artemusicultura 2022, promosso dal Comune di Partanna, l’associazione Teatro Libero porta in scena, mercoledì 24 agosto, con inizio alle ore 21.30, lo spettacolo Luminarìa, scritto e diretto da Giacomo Bonagiuso. Lo spettacolo sarà ambientato sul sagrato della chiesa del Purgatorio, nei pressi dello slargo che immette sul Castello Grifeo.
Luminarìa è una drammaturgia in lingua madre scritta da Giacomo Bonagiuso sulla scorta dei testi letterari della Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Dopo Mobbidicchi che tanto successo ha avuto, Bonagiuso torna a strutturare teatro di ricerca e innovazione sulla base della grande letteratura americana. Qui il tema è la immensa rimozione della morte che l’intero Occidente fa fatto negli anni, nei secoli. Il testo di Bonagiuso è coraggiosamente controcorrente, e lega, intreccia i personaggi che conosciamo anche grazie alle vulgate di Fernanda Pivano, in poesia, e di Fabrizio De Andrè, in musica. Ne viene fuori uno spettacolo grottesco e metafisico, con intagli Felliniani, e un Leitmotiv costante che si muove lungo una dialettica tra “astabbanna” e “addabbanna”. Così la potenza della lingua siciliana arcaica, sapientemente miscelata al profondo italiano volgare, diventa un codice unico, a tratti musicale, spesso grammelot, in grado di trasferire le emozioni, lo sconcerto, il dolore e la ilarità assoluta che la morte segna come paradosso.
Uno spettacolo dunque che fa i conti con il grande rimosso dell’Occidente, rimettendo in circolo una drammaturgia dinamica, irriverente, che fa sorridere ma amaramente anche riflettere.
La regia di Bonagiuso muove in scena 18 non-attori (come ana definirli lui) ed ovvero persone che provengono non solo dal mondo dell’arte, ma che sperimentano il gioco serissimo del teatro dopo un lungo training e un fruttuoso laboratorio di costruzione e montaggio drammaturgico.
Lo spettacolo si avvale delle luci Primafila e del videomapping di Benito Frazzetta. Le musiche di scena sono di Francesco Less. Costumi e painting di Rosanna Scaturro. Foto di scena di Giacomo Moceri. Ingresso libero nei limiti della capienza.