ALCAMO. Si avvia alla conclusione la settima edizione della rassegna culturale ArabaFenice che, quest’anno, si è svolta presso il Castello dei Conti di Modica e ha visto un pubblico interessato prendere parte alle proposte musicali e letterarie inserite nel cartellone dall’Associazione per l’Arte (progetto di Giuseppe Cutino, direzione artistica di Vito Lanzarone e direzione organizzativa di Giuseppe Messana) che ha organizzato la manifestazione con il supporto del Comune di Alcamo e la collaborazione dell’Enoteca Regionale della Sicilia Occidentale, del Distretto Sicilia della Fidapa e con Alcart.
Gli ultimi due appuntamenti sono dedicati alla letteratura con la presentazione del libro di Roberto Alajmo “La strategia dell’opossum” (Ed. Sellerio), giovedì 25 agosto alle ore 19, con le letture dell’attrice Stefania Blandeburgo e gli interventi di Ernesto Melluso; mentre venerdì 26 agosto, sempre alle ore 19, sarà la volta di Giacomo Di Girolamo con il suo nuovo libro “Matteo va alla guerra” (Ed. Zolfo), ne discuterà con l’autore, Vito Lanzarone direttore artistico della rassegna.
LA STRATEGIA DELL’OPOSSUM
“La seconda avventura di Giovanni Di Dio, detto Giovà, lo sprovveduto metronotte, investigatore controvoglia, che si colloca a metà tra il siciliano descritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa che aspira solamente al sonno e il candido Giufà della tradizione popolare.
Giovanni Di Dio, guardia giurata di Partanna, borgata confinante con la più celebre ed elegante Mondello, è uno di quei figli di mamma a cui nessuno affiderebbe un incarico di una qualche importanza. Né lui lo vorrebbe. E se un delitto lo obbliga a fare la parte dell’investigatore, è la verità che deve rotolargli tra i piedi, non lui a trovarla”.
MATTEO VA ALLA GUERRA. LA MAFIA E LE STRAGI DEL ’92 COME TUTTO HA INIZIO
“Tutto vero, tutto rimasto finora nell’ombra. 1992: la mafia attacca il cuore dello Stato. 2022: trent’anni dopo, una ricostruzione inedita su quelle terribili stragi. Perché quella che fu una vera e propria guerra allo Stato è stata ideata con il contributo di una mafia segreta e intoccabile. Non solo: la strategia stragista di Cosa nostra servì al giovane boss Matteo Messina Denaro per attuare un ricambio generazionale e prendere il comando dell’organizzazione, facendo compiere un salto di qualità alla mafia e trasformandola in maniera profonda, con conseguenze che riusciamo a capire solo oggi. Non è la biografia di Riina o Messina Denaro, né un libro di storia, non si parla di depistaggi, di trattative. Questo libro individua un preciso periodo, i primi anni Novanta, un preciso luogo, la Sicilia occidentale, e lì scava in profondità per raccontare il punto cieco in cui nasce una delle pagine più nere di un passato sempre presente”.