Una riflessione sui temi della lotta alla mafia a trent’anni dalle stragii è contenuta in una nota di Adriana Laudani, presidente dell’associazione Memoria e Futuro di Palermo, ex deputato regionale del Pci e stretta collaboratrice di Pio La Torre. Laudani mette in fila una serie di vicende che hanno suscitato aspre polemiche.
“In questa fase di smarrimento si amplificano le critiche al mondo dell’antimafia – afferma la presidente di Memoria e Futuro – inserendo nello stesso pentolone le parate, le associazioni fasulle e quelle serie, la didattica nei luoghi del sapere. E si leva quasi un grido di dolore: l’Antimafia è definitivamente morta”. “Ora – si chiede Adriana Laudani – come raccontare tutto questo alle migliaia di insegnanti che, fuori dai riflettori, provano a far luce nelle menti dei loro studenti sul mezzo secolo di segreti italiani? Come farlo con i dipendenti delle imprese sottratte alla mafia? Come dirlo alle associazioni e a quei parroci di periferia che dialogano con i ragazzi con il mito del capoclan al 41bis? Noi di Memoria e Futuro collaboriamo da anni con l’università di Catania nell’organizzazione dei Seminari di ateneo su Mafia e Antimafia, lo scorso anno con oltre 200 iscritti. Dovremmo desistere? La stagione antimafia è giunta al termine”? Per Laudani la risposta è no:”semmai è l’antimafia fasulla che ha subìto dei colpi, come nei casi Montante e Saguto. Crediamo che alla stagione delle polemiche dannose debba subentrare lo stile del confronto e della collaborazione e che si debba avviare la costruzione di una verità storica condivisa, con la partecipazione di storici, giornalisti, studiosi del fenomeno, parenti delle vittime, magistrati, testimoni per un Paese finalmente libero dal malaffare”.
Fonte: Ansa.it