Trapani, il ricordo mai sbiadito di quel gruppo di giovani Repubblicani. La memoria che può ancora guidare il presente
di Laura Montanti
Di recente a Trapani, in Via Palermo -nel tratto al confine con la Via Marconi di Erice-, proprio nei locali di quello che fu sino a pochi anni fa il “Bar Vultaggio”, è stato ricordato Gino Vultaggio, figlio di quel don Giovanni che (creatore di memorabili cannoli) nel 1927 aveva aperto il primo bar di Borgo Annunziata. Oltre che per l’omaggio alla generosità e alla mitezza di Gino, scomparso poche settimane fa, è stata l’occasione per una rivisitazione di ciò che quel luogo ha rappresentato per il gruppo di giovani che, prima vivaci protagonisti del Referendum per la Repubblica del 1946, furono poi capaci di realizzare un’esperienza politica collettiva che, sotto le insegne dell’Edera repubblicana e mazziniana, tanta importanza avrebbe avuto nella storia sociale, culturale, sindacale e sportiva della Città. E non solo della Città. E’ infatti proprio lì, nel tratto di strada che andava dal Bar Vultaggio alla prima sede del Circolo “Mazzini” (adiacente il Museo Pepoli) e alla successiva di Via Palermo, e viceversa, che hanno preso forma idee, propositi, azioni dei repubblicani di Borgo.
Grazie alle fotografie ed ai filmati d’epoca sapientemente selezionati e scelti dai figli Giovanni, Ciccio e Massimo e dalla vedova di Gino signora Letizia La Commare, nei locali trasformati in una accattivante “sala mostre”, è stato offerto ai tantissimi partecipanti all’evento uno spaccato suggestivo della vita di quella periferia cittadina negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Periferia sì, ma nella quale la voglia di riscatto dopo il cupo periodo fascista e la guerra animò a tal punto gli ideali di libertà e la voglia di fare di quei giovani (e fra essi c’era Gino) da renderli protagonisti in tanti campi: dal giornale “La Voce di Borgo” al settimanale “Trapani Nuova”, con l’”Antigruppo” di Nat e Nina Scammacca; dal rilancio del sindacato UIL, con Nenè Schifano ed Enzo Giacalone alla nascita delle società sportive “Edera”(ciclismo, calcio, basket); sino alla presenza amministrativa nei Comuni di Erice e di Trapani.
Il tutto espresso e culminato nell’esperienza politica e parlamentare di Nino Montanti, artefice di tante battaglie ancora attuali: come non ricordare, proprio oggi, il suo appello “Trapani svegliati! Non sei terra di conquista!”? Di quegli anni continua ad essere fonte lucida ed inesauribile di episodi, fatti, aneddoti Mario Gallo
(la firma Mario da Verona del “Trapani Nuova”) che a Firenze dirige e pubblica il prezioso mensile “Lumie di Sicilia”. Ha scritto bene il giornalista Vito Manca, anche lui figlio di uno di quei “picciotti di Borgo”, Franco Manca, punto di riferimento del primo “Trapani Nuova”, quando afferma che “Gino Vultaggio è stata una delle colonne di quel che è stato “Borgo”, uno dei pochi progetti sociali, politici e culturali che questo territorio è riuscito ad esprimere (…) La forza di “Borgo” ha una parola che vale per tutti: solidarietà. “Borgo” ancora oggi è una lezione in un territorio ormai arido, indifferente”.
Ci auguriamo che la mostra dedicata a Gino Vultaggio e al “suo” Borgo Annunziata possa essere di nuovo offerta al pubblico: non si tratta solo di un fatto privato; si tratta di un’occasione -da arricchire magari con altri documenti e materiali- per approfondire dal punto di vista storico e sociale, per tramandarla, un’esperienza politica e civile degna di nota. Il cantiere, insomma, è aperto e chissà che il Bar Vultaggio non potrà riservarci nuove, dolci sorprese.