PALERMO. L’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti a Palermo costa 130 milioni di euro l’anno, ha più personale di quanto ne operi a Milano e ha conseguito solo il 15% di raccolta differenziata. Lo ricorda Legambiente commentando l’aumento della Tari nel capoluogo siciliano. “Se quest’anno l’aumento della Tari è stato di 15 euro per ogni cittadino, con un gioco di prestigio che ha utilizzato fondi comunali che potevano avere più nobili destinazioni – spiega Legambiente – nei prossimi anni gli aumenti per i palermitani saranno certamente ancora più salati se non cambierà la strategia e la visione nella gestione politica e aziendale della Rap”. “Saranno oltre 5 milioni di euro – prosegue una nota – i fondi ulteriormente destinati a coprire il costo di gestione della Rap, giunto all’incredibile cifra di 130 milioni all’anno, senza prospettiva alcuna di aumentare la raccolta differenziata – ferma ad un impietoso 15%, peggior risultato in assoluto tra le città metropolitane – così come senza alcuna speranza all’orizzonte di migliorare la qualità dei servizi. Infatti, non c’è alcun impegno ad estendere la raccolta differenziata porta a porta in tutta la città e di migliorarne il servizio nei quartieri in cui è già attiva, così come non sussiste impegno alcuno ad eliminare i cassonetti stradali, ricettacoli di discariche abusive di rifiuti di ogni tipo. Gli extra costi della Rap, che oggi vengono chiesti ai palermitani attraverso gli aumenti della Tari, sono la conseguenza -ricordano i circoli palermitani di Legambiente – del trasporto dei rifiuti indifferenziati conferiti negli ultimi anni presso le discariche siciliane. Un extra costo che si sarebbe potuto risparmiare se Palermo avesse puntato a potenziare e migliorare la qualità della raccolta differenziata. Sembra che la musica non sia cambiata: si continua ad invocare nuove assunzioni, in un’azienda che conta in media più personale in forza per numero di abitanti rispetto a quelli che operano in città come Milano, e si propone di realizzare un inceneritore a Bellolampo, mentre neppure un euro è stato investito per mettere mano efficacemente al sistema di gestione di raccolta per il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo dei rifiuti”.
Fonte: Agi.it