“Abbiamo acquisito prove documentali e testimoniali, gravi, precise e concordanti, sulla presenza di altri esecutori della strage dei Georgofili oltre quelli individuati dalle sentenze del Tribunale di Firenze. Credo che per la prima volta abbiamo raggiunto la prova che un gruppo stragista mafioso abbia avuto il supporto e la collaborazione di ‘altri'”. Così, il senatore Mario Michele Giarrusso, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, commenta l’approvazione, all’unanimità, della relazione del comitato che ha indagato sulle stragi e la trattativa Stato-mafia. “Prima il covid e poi la fine anticipata della legislatura ha determinato enormi difficoltà ad affrontare compiutamente il tema – aggiunge Giarrusso -. La relazione si è concentrata su una delle stragi più significative sotto il profilo della oscurità dei moventi, degli esecutori e dei mandanti: la strage dei Georgofili. Le risultanze della attività di indagine, svolta in buona parte con l’esercizio dei poteri dell’autorità giudiziaria, attraverso interrogatori e confronti, nonché una amplissima acquisizione documentale, è arrivata a risultati importanti e clamorosi”. La commissione ha ascoltato testimoni e anche pentiti. Tra i testimoni, il portiere dello stabile di via de’ Bardi, nel centro di Firenze, che poco prima dello scoppio della bomba, posizionata dentro il Fiorino parcheggiato in via dei Georgofili nel maggio del 1993 vide due persone e una donna dalla capigliatura mora che discutevano davanti al suo portone”.
“C’è un buco temporale nella ricostruzione ufficiale – prosegue il senatore -, ci sono testimonianze mai prese in considerazione per 27 anni, una differenza fra il quantitativo di esplosivo emerso dai processi e quello indicato nelle perizie. Poi lasciano dubbi gli atteggiamenti di alcuni mafiosi prima e dopo l’esplosione”. Giarrusso auspica che il lavoro della commissione prosegua e che questi interrogativi trovino una risposta. “Nel 2013, quando sono entrato in Parlamento dopo aver collaborato con il giudice Caponnetto, avevo promesso alla presidente dell’associazione delle vittime dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, che avrei fatto tutto ciò che potevo per arrivare alla verità. Mi dispiace che oggi non ci sia più, ma sono convinto che avrebbe apprezzato”. (AGI)