ALCAMO – Da una settimana la Sicilia è in ginocchio. Il Movimento dei Forconi, molto presente nella sicilia orientale, e il movimento degli autotrasportatori siciliani hanno incrociato le braccia paralizzando tutta l’isola. I motivi della protesta sono tanti, chi lamenta il carovita, chi se la prende con l’aumento del gasolio e altri con la malapolitica. Uno dei leader del movimento, Mariano Ferro, ha annunciato ieri mattina l’allentamento dello sciopero, ma non tutti i presidi si sono sciolti.
La benzina arriva a singhiozzi, alcuni comuni siciliani sono stati riforniti e altri no. La popolazione se da un primo momento si è dimostrata solidale con gli scioperi, adesso incomincia ad vere molti dubbi sui modi e la strategia attuata dai manifestanti.
Ad Alcamo la situazione è molto più semplice, gli svincoli autostradali che danno accesso alla città sono quasi tutti bloccati. A presidiare gli svincoli ci sono principalmente gli autotrasporti delle ditte cittadine con qualche artigiano e qualche disoccupato a dare man forte. Non scioglieranno il presidio fino a quando lo Stato non interviene nella riduzione del prezzo del Gasolio e nella pressione fiscale per le ditte.
Ad aggravare la situazione ci sarà lo sciopero dei distributori di benzina che a partire da domani sciopereranno per 7 giorni. Lo hanno annunciato Figisc e Anisa, ma la commissione garante sugli scioperi considera leggittimo un massimo di tre giorni.
Intanto si iniziano a contare i danni della protesta siciliana che ammonterebbero a centinaie di milioni di euro.