Trovato nel covo di Campobello e dedicato alla figlia Lorenza
Emergono nuovi particolari dalla perquisizione dell’ultimo covo usato dal capo mafia Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. Un manoscritto dedicato alla figlia Lorenza. Una serie di fogli, con scritte a mano alcune riflessioni e considerazioni. Tutto coperto dal segreto. Appunti che sono finiti sotto la lente investigativa della Procura antimafia di Palermo e dei Carabinieri del Ros. Si è solo saputo della “dedica” di questo manoscritto, riservata alla figlia Lorenza, nato nel 1996 dalla sua relazione, già durante la latitanza, con Francesca Alagna, tanto che la ragazza, che frattanto è diventata mamma a sua volta, porta il cognome della madre. Manoscritto “da dare a Lorenza quando sarà pronta a leggere, quando sarà avulsa dal condizionamento di terze persone”. Ancora una volta torna la figura della figlia nella storia dell’ex latitante, accusato di omicidi e stragi. Alla figlia si era già riferito nella famosa corrispondenza che aveva avuto con l’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino. A Vaccarino, scrivendo di Lorenza, confidava che «solo da lei accetterò l’unico giudizio». Un altro particolare sulla personalità quasi autoreferenziale del capo mafia è stato tradito dal portachiavi che teneva in tasca al momento del suo arresto, una stringa in pelle con stampata questa frase, “l’uomo, il mito, la leggenda sei tu”. Poche parole che lo dipingono allo stesso modo con il quale lo consideravano i suoi più stretti complici, per loro “u Sicco” era un uomo da “adorare”.
Due ore, tanto è durato l’interrogatorio di Matteo Messina Denaro davanti al procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e all’aggiunto Paolo Guido, nel carcere dell’Aquila. Il boss non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il verbale è stato secretato. Il boss è apparso lucido, collaborativo. L’interrogatorio si è svolto nel braccio del 41 bis dove il padrino è detenuto da solo.