Sarebbe stato un chirurgo di Castelvetrano a diagnosticare per primo il tumore di Matteo Messina Denaro. Nel suo studio privato il capomafia ha eseguito una colonscopia. Queste le clamorose novità emerse ieri che portano al nuovo filone d’indagine per il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido.
Il quesito principale è cercare di capire se il medico conoscesse la vera identità del latitante. Al chirurgo gli investigatori sono riusciti a risalire dall’ analisi della cospicua documentazione sanitaria rinvenuta nella casa di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, ultimo domicilio dell’ex latitante.In seguito alla diagnosi Messina Denaro è stato operato per ben due volte usando l’ormai ben nota identità del geometra Andrea Bonafede. Il primo intervento è stato effettuato il 13 novembre 2020 all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo ed il secondo il 4 maggio 2021 alla clinica La Maddalena di Palermo. Tra le carte è stata trovata traccia anche di un esame istologico eseguito all’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano.
Fu il medico di base Alfonso Tumbarello, finito in carcere nei giorni scorsi, a chiedere il ricovero a Mazara del Vallo. Quello che mancava era il primo step, e cioè la colonscopia che diede il via al percorso sanitario del capomafia a carico del servizio sanitario nazionale. I carabinieri del Ros hanno scovato il referto. Intanto per la seconda volta Matteo Messina Denaro è comparso davanti ai magistrati che gli stanno presentando il lungo conto dei gravissimi reati di cui è accusato. Stavolta il boss stragista ha dovuto rispondere alle domande del presidente della sezione gip di Palermo, Alfredo Montalto: gli è stata contestata una tentata estorsione, il cui sfondo è ancora da definire, avvenuta nel 2013 e legata ad un terreno di contrada Zangara, a Castelvetrano.Messina Denaro è accusato dopo che alcuni «pizzini» sono stati trovati a due suoi presunti complici originari di Campobello di Mazara. Collegato in videoconferenza dalla saletta delle udienze del carcere dell’Aquila – dove è rinchiuso dal 16 gennaio, il giorno della sua cattura – Messina Denaro ha risposto alle domande del presidente Montalto e dei sostituti procuratori della Dda di Palermo, Giovanni Antoci e Gianluca De Leo. Presente anche il legale di Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro.Messina Denaro ha preso atto delle contestazioni e avrebbe seguito il cliché del primo faccia a faccia con i magistrati di lunedì 13 febbraio, quello con il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido che ha coordinato le indagini che hanno portato dopo trenta anni di latitanza alla cattura del capomafia di Castelvetrano: nessuna ammissione di colpevolezza.