TRAPANI – La probabile abolizione delle province non piace ai diretti interessati, che hanno organizzato per il 31 gennaio una giornata di mobilitazione per far comrendere la grande importanza che hanno le Province.
Il Consiglio Provinciale di Trapani, così come tutti gli altri Consigli Provinciali italiani, sarà quindi impegnato in una seduta straordinaria e aperta, indetta dall’Unione delle Province d’Italia, che vuole fare comprendere alle comunità non solo il valore esclusivamente demagogico e propagandistico della campagna contro le Province, ma anche cosa accadrebbe all’Italia, ai cittadini, una volta cancellate le Province. Un momento di riflessione e dibattito, ma soprattutto un’occasione per dare sostanza e concretezza all’operazione verità che l’UPI sta portando avanti attraverso dossier e studi, come quello elaborato dalla Università Bocconi, sui reali costi delle Province, sui servizi resi ai cittadini, sull’utilità e il valore di questa istituzione e sulle falsità rispetto agli inesistenti risparmi che si avrebbero dalla loro abolizione.
“La relazione che accompagna il “Decreto Salva Italia”, D.L. 201/2011, per quanto riguarda le norme sulle Province – afferma il presidente del consiglio provinciale Peppe Poma-, mette in evidenza che la loro soppressione, così com’è stata congegnata, comporterebbe mediamente un risparmio di soli 607 mila euro per ogni singola Provincia, circa 65 milioni di euro complessivamente nell’anno 2013 che, a regime, sono però già garantiti dai ridimensionamenti operati da precedenti leggi del 2012 e dello scorso anno che, com’è noto, hanno ridotto sensibilmente il numero dei componenti degli organi elettivi, cioè dei Consiglieri e degli Assessori Provinciali”.
“Per quanto concerne la situazione in Sicilia (Regione dotata di autonomia in materia di Enti Locali) – aggiunge il Presidente Poma – il gruppo di lavoro appositamente costituito presso l’U.R.P.S. (presenti i Consiglieri Russo e Cucchiara per la Provincia di Trapani) ha individuato due capisaldi imprescindibili nell’ottica della eventuale modifica da varare: la necessità della permanenza di Enti intermedi di area vasta che operino da tramite tra la Regione e i Comuni; l’inderogabilità di una rappresentanza democratica all’interno di questi enti intermedi. Tutto questo mantenendo l’impianto generale della Legge Reg.le 9/86 e le attuali circoscrizioni (denominate Province Regionali), incidendo sull’assetto delle competenze, su quello del funzionamento interno degli uffici e sull’opportunità di rendere meno farraginosa la normativa. Si tratta di una proposta obiettivamente giusta ed equilibrata, che si muove nell’interesse del territorio e della popolazione amministrata e della partecipazione democratica e che mi auguro possa essere accolta dall’Assemblea Regionale”.