Parlamento europeo, via libera in plenaria alle norme anti-Slapp. Approvato il testo negoziale in vista del confronto con gli Stati membri, i cui ministri hanno concordato la loro posizione a giugno 2023.
Via libera dal Parlamento europeo al testo negoziale sulle nuove norme per tutelare giornalisti, media, e attivisti dalle querele vessatorie, azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica, note con l’acronimo inglese Slapp, volte a intimidirli o penalizzarli la stampa ed il dibattito pubblico.
Il testo, approvato dall’Aula martedì 11 luglio 2023 con 498 voti a favore, 33 contrari e 105 astenuti, prevede una serie di garanzie per le vittime delle azioni legali, compresa la possibilità di chiedere il rapido respingimento della causa, nel qual caso sarà il ricorrente a dover dimostrare la fondatezza della denuncia.
Gli eurodeputati chiedono poi ai Paesi Ue di istituire sportelli unici in cui le vittime di azioni legali vessatorie possano chiedere informazioni e consulenza alle autorità nazionali e in cui sia possibile fornire assistenza finanziaria, legale e psicologica. Gli Stati membri non potranno riconoscere le sentenze di azioni Slapp decise in paesi non Ue nei confronti di persone fisiche e società residenti nel proprio territorio. Sarà previsto un risarcimento del tribunale nazionale per le parti interessate.
Gli Stati saranno tenuti inoltre a formare adeguatamente i consulenti legali in materia di azioni legali vessatorie e a garantire che le associazioni di categoria adottino norme per dissuadere i propri membri dall’uso di tale pratica. Il testo chiede infine ai governi della Ue di raccogliere dati in maniera regolare sulle decisioni giudiziarie di modo che la Commissione Ue possa istituire un registro Ue sulle Slapp monitorando il fenomeno e i principali utilizzatori.
«Giornalisti e attivisti sono una pietra miliare delle nostre democrazie e dovrebbero poter lavorare senza subire intimidazioni. Con questa direttiva intendiamo garantire che siano protetti in tutta l’Ue, che le vittime ricevano un sostegno finanziario e psicologico e che vi sia una definizione più ampia dei casi transfrontalieri. I nostri tribunali non possono essere terreni di gioco per i ricchi e i potenti», ha spiegato il relatore del testo Tiemo Wolken.
Soddisfatta Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra: «Si tratta di una buona notizia. Dall’Europa arriverà quindi una spinta ad inserire nel nostro ordinamento norme che il mondo dell’informazione attende da molti anni e che guarda caso si sono sempre impantanate. L’assenza di queste norme ha limitato in questi anni il diritto all’informazione, con decine e decine di esponenti politici o altre figure pubbliche che le hanno utilizzate soltanto per indurre editori e direttori a interrompere il lavoro di inchiesta di molti giornalisti. Ed è per questo che presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro Nordio perché vogliamo sapere se il governo intende inserire analoghe norme nella riforma che sta preparando».
E la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha commentato così in un tweet il via libera alle nuove norme: «Oggi mandiamo un messaggio forte: siamo dalla parte di chi cerca la verità. I giornalisti non dovrebbero mai essere messi a tacere».
Con l’ok al testo possono partire i negoziati tra il Parlamento europeo e gli Stati membri, i cui ministri hanno concordato la loro posizione negoziale a giugno 2023.