La Sicilia colpita al cuore dai roghi

Incendi dolosi in tutta la Sicilia, l’isola avvolta dalle fiamme. Dietro gli incendi la mano dell’uomo

Fiamme, distruzione, cenere e paura. È questo lo scenario delle ultime 24 ore, accompagnato da un forte vento di scirocco,  presente in Sicilia. In campo un piano straordinario di emergenza, forse con alcune carenze,  ma che ha comunque coinvolto, senza sosta in tutta l’Isola, migliaia di operatori antincendio e diversi volontari per le operazioni di spegnimento.

I roghi non hanno risparmiato nulla: dal parco archeologico di Segesta alla riserva di Capo Gallo, l’aeroporto di Palermo, Mondello, Monreale, Palermo, San Vito Lo Capo, Spiaggia di Calampiso, PortoPalo di Capo Passero, Noto, Riserva Cassibile, Parco minerario di Floristella-Grottacalda, Santa Stefano Camastra, Aci Catena, le Colline del Messinese e tante altre aree.

Devastanti danni ambientali, abitazioni evacuate, residenti terrorizzati, turisti messi in salvo, una donna morta a San Martino delle Scale, due anziani morti a Cinisi, alcuni operatori antincendio ustionati, un operatore della Forestale colpito da un malore durante le operazioni di spegnimento nelle zone di Castellammare del Golfo, telecomunicazioni danneggiate, strade e autostrade bloccate, aeroporti chiusi e disagi a migliaia di viaggiatori, è questo lo stato dell’arte.

Tra qualche ore le fiamme saranno spente e il coro di condanne, con toni più o meno perentori e minacciosi, sarà unanime: ferma condanna generale dei fatti, punizioni per gli autori e ringraziamenti per coloro che stanno lavorando incessantemente agli spegnimenti. Ed è tutto pronto a ripartire come prima.

Roghi spenti, accuse lanciate e ringraziamenti fatti, ma il problema resta. Bene, ma non benissimo.

Da un lato il cambiamento climatico che presenta un conto sempre più severo, dall’altro la stupidità della mano dell’uomo sempre più feroce, cinica e ignorante. E a poco servono gli sforzi di prevenzione, seppur essenziali e in parte fondamentali per arginare i danni, senza un profondo cambiamento culturale che coinvolga ogni singolo siciliano. Un cambiamento radicale che parta dalle proprie responsabilità individuali e che diventi contagioso. Pensando all’isola come “casa nostra” o “casa di tutti” e non più come “cosa nostra”.

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Marcello Contento nasce a Palermo nel 1982, vive la sua vita tra la Sicilia e la Toscana. Giornalista, insegnante di economia aziendale e lettore incallito di Tex e Alan Ford.