Di fronte a questi dati sull’istruzione nel meridione d’Italia gli amministratori farebbero bene ad abbassare la fronte ed a vantare meno spavalderie.
Il grado di istruzione incide sensibilmente su redditi, povertà, esclusione sociale, deprivazione, qualità della vita. Una indagine sul reddito e le condizioni di vita delle famiglie, coordinata da Eurostat e deliberata dal parlamento europeo, ci dice che redditi, povertà, esclusione sociale, deprivazione, qualità della vita sono in stretto rapporto conl’istruzione di un determinato paese.
L’Istat ci dice che indicatore dell’istruzione di un determinato paese è il titolo di studio nella popolazione tra i 25 ed i 64 anni.
Indicatore del livello di istruzione di un paese è costituito dal possesso di almeno un titolo di studio secondario superiore nella popolazione in età compresa tra i 25/64 anni.
In Italia solo il 20,1 % della popolazione possiede una laurea, in Ue il 32,8%.
Il dislivello territoriale è rilevante.
Laureati in Italia:
nord 21,3%,
centro il 24,2%,
mezzogiorno il 16,2%.
Non è diversa la realtà per quanto riguarda i diplomati:
– Europa abbiamo il 79% di diplomati,
– Italia il 62,9% di diplomati.
Il diploma è considerato il livello di formazione indispensabile per entrare nel mercato del lavoro con prospettiva di crescita individuale. La popolazione residente nel mezzogiorno è meno istruita di quella del centro nord. L’Italia tra i 27 paesi dell’Ue è quella col minor numero di laureati occupando il ventiseiesimo posto, all’ultimo posto la Romania. Al primo posto il Lussemburgo.
Giovani tra i 24/34 anni laureati:
Europa 41,2%
Italia 28,3%
La percentuale media dei giovani laureati in età compresa tra i 24/34 anni in Europa è del 41,2%,in Italia 28,3%, il dato peggiore dopo la Romania.
Nel sud meno ragazzi arrivano al diploma e meno neodiplomati si iscrivono all’università.
I neodiplomati che si iscrivono all’università superano il 60% a Isernia, Teramo, Parma ed altre province del centro nord, abbiamo il dato più basso d’Italia a Salerno con il 41,9%, poi Napoli col 42,4% Siracusa 42,9%benevento 44%; in queste province i giovani non scelgono di iscriversi all’università.
Meno del 50% dei neodiplomati si iscrivono all’università, il 47% al sud continentale; agli ultimi posti troviamo la Sicilia con il 46,6% e la Campania con il 43%.
In Italia la percentuale più alta di giovani laureati, sul totale delle persone della stessa età, o comunque con titolo di studio terziario, tra i 25/34 anni, la troviamo in Emilia Romagna, Veneto e Umbria, dove la quota di laureati supera il 33%. In fondo alla classifica Campania (23,7%), Puglia (23,2%), Calabria (22,9%), Sardegna (22,3%) e Sicilia (20,1%).
Nel 2020 solo il 20,10% degli studenti siciliani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni ha conseguito la laurea.
Enna con il 30,84%,
Agrigento con il 28,21%
Messina con il 27,/%.
La provincia bandiera nera per numero di laureati è Trapani con il 19,1%. Tutte le altre si collocano tra il 26% e il 22%.
Ecco come varia la quota dei laureati tra i comuni della provincia di Trapani:
– Alcamo 22,97%
– Buseto Palizzolo 14,46%
– Calatafimi-Segesta 19,83%
– Castellammare del Golfo 22,27%
– Castelvetrano 20,22%
– Campobello di Mazara
– Custonaci 13,72%
– Erice 22,35%
– Favignana
– Gibellina 24,30%
– Marsala 18,79%
– Mazzara del Vallo 18,63%
– Paceco 18,07%
– Pantelleria 14,19%
– Partanna 24,80%
– Petrosino 14,86%
– Poggioreale 20,90%
– Salaparuta 19,33%
– Salemi 22,59%
– Santa Ninfa 21,16%
– San Vito Lo Capo 18,23%
– Trapani 19,01%
– Valderice 18,67%
– Vita
Nicola Quagliata (sociologo e scrittore)