No, l’Europa non ha chiesto la “riforma Costa”.
“No, l’Europa non ha chiesto all’Italia quanto contenuto nell’emendamento Costa. Anzi più volte l’Europa ribadisce che va tenuta salva la possibilità della stampa di pubblicare quanto ritenga utile al diritto dei cittadini di essere informati. Si potrebbero coinvolgere organismi internazionali che già in passato hanno fatto dei monitoraggi sulla situazione italiana”. Queste le parole della professoressa Marina Castellaneta, una dei maggiori esperti in tema di libertà di espressione, nel corso della riunione di Articolo 21 di oggi, dedicata all’analisi degli effetti del cosiddetto “bavaglio Costa” se e quando dovesse essere approvata anche al Senato. Anche il deputato del Pd Walter Verini ha ribadito la necessità di evitare l’approvazione della norma che potrebbe, addirittura, rivelarsi deleteria per gli stessi indagati. Poi la proposta, condivisa dall’assemblea, di coinvolgere nell’analisi della legge anche organismi di rappresentanza dei magistrati e degli avvocati.
Nei loro interventi Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita, del Direttivo di Articolo 21 hanno proposto di ampliare il numero dei soggetti da coinvolgere nella mobilitazione contro i bavagli e di creare un comitato ad hoc.
La “recrudescenza del bavaglio all’informazione tramite querele infondate contro i giornalisti e una generale contrazione della possibilità di informare, già molto presente nella legge Cartabia”, è stata sottolineata dall’avvocato Giulio Vasaturo, difensore di molti giornalisti in processi per diffamazione e nel team dei legali della Fnsi. Ancora Vasaturo ha ricordato che la “pubblicità del procedimento penale è una forma di garanzia soprattutto per indagati e imputati”.
Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, ha riportato l’attenzione sul fatto che “è in atto un revisionismo per piegare alcuni valori alla nuova narrazione. E ciò sta avvenendo sul garantismo su chi, invece, ha come obiettivo l’oscurantismo”. E’ prevista una riunione in Fnsi per stabilire il percorso delle iniziative che potrebbe portare anche ad uno sciopero generale. L’Europa ci chiede i contrasto delle liti temerarie e la tutela delle fonti. E su questo non si sta facendo nulla. La Fnsi valuta anche la possibilità di rivolgersi agli organismi internazionali perché sia analizzato il “caso Italia”.
Fonte articolo21.org