Trapani, dopo Portella della Ginestra, Palermo, Capaci, Corleone, Agrigento, Mazara del Vallo, ha accolto nella giornata di domenica i 63 partecipanti, di cui 55 tra studentesse, studenti e insegnanti e 8 accompagnatori, di “Per… corri la pace”, progetto di educazione alla pace, che si concretizza in un viaggio in bicicletta sulle strade d’Italia e d’Europa. Arrivata alla sua nona edizione, l’iniziativa, promossa dalle Acli provinciali e Unione sportiva Acli (US), di Brescia, in collaborazione con gli istituti Canossa, Lunardi e Dandolo. L’iniziativa ha preso il via il 2 maggio e si è articolata lungo le strade della Sicilia, per poi concludersi a Trapani. Domenica pomeriggio il gruppo di ciclisti ha riempito piazza Vittorio Emanuele dove ad incontrarli sono stati il sindaco Giacomo Tranchida ed il giornalista Rino Giacalone. Tra le anime vive, genuine e cariche di tanta buona volontà e impegno per la memoria che diventa impegno, un formidabile sacerdote bresciano, don Fabio Corazzina. “Pedaliamo con voi” così li ha accolti il sindaco Giacomo Tranchida. ” Lotta alla mafia e lavorare per la Pace, oggi come ieri , ce lo diceva Pio La Torre per questo ucciso dalla mafia 42 anni addietro, restano per tantissimi di questa terra un imperativo categorico” ha detto il giornalista Giacalone che si è soffermato su come anche con la sola penna del cronista si può lavorare per il cambiamento. Il sindaco Tranchida ha parlato di una città che ogni giorno mostra la volontà a sollevarsi, a rialzarsi, sebbene attorno restano tante criticità. “La crisi – ha detto – e lo dimostra l’allarme rosso per la siccità, pare non voglia lasciarci, ma lavoriamo perché questa terra lo sviluppo riesca a prevalere. Ci amareggia ma non ci fa fare passi indietro, che mentre lavoriamo per creare opportunità di lavoro, per attrarre investimenti e garantire occupazione, ci siano soggetti, anche para istituzionali , che qui pensano di allocare depositi di rifiuti radioattivi”. Tranchida ha ribadito l’altra vocazione di questa terra di Sicilia, che è quella dell’accoglienza e non del respingimento. “Abbiamo ascoltato in queste giornate siciliane – ha detto don Fabio Corazzina – storie di dolori, fragilità, ma anche storie di conquiste, abbiamo toccato con mano le speranze di tanta gente, impegni premurosi e colmi di amore per il prossimo prima e poi per se stessi. In queste giorni siciliani ci siamo sentiti ancora di più comunità”.