Crisi idrica, rotture condutture e perdite. Ferro: “Ci sono soluzioni a breve terrmine, altre a medio e lungo termine”

Crisi idrica, interviene il Consiglio dei Ministri che ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia, come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per una durata di 12 mesi, stanziando i primi 20 milioni di euro, con la possibilità di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell’attuazione dei primi interventi.

La Sicilia a secco, ma non è colpa della crisi climatica, o meglio non solo. Una cosa è certa: come la crisi climatica è causata da intervento umano, così la crisi idrica ha origini “umane”. Poi magari qualcuno potrebbe denunciare l’intervento degli dei malvagi, perché qualunque cosa è buona per nascondere il problema e i colpevoli. Non è gradevole e giusto che chi il problema ha contribuito a crearlo oggi si possa presentare come il risolutore.

Partiamo da una certezza: la crisi idrica in Sicilia non è una novità degli ultimi anni e la colpa è di chi governando non ha fatto nulla, o ha fatto poco, per risolvere la questione. Una problematica utile per stanziare sempre più soldi e mettere sul piedistallo il politico di turno, che però non risolverà, così un domani potrà essere sostituito nel ruolo di salvatore della patria da altro politico, ma il risultato non cambierà.

La risposta migliore sarebbe veder proporre politiche e progetti coerenti con il territorio e i cambiamenti, ma tutto ciò non si vede all’orizzonte.

La reazione dei cittadini? In parte si è levata qualche lamentela, ma dall’altro lato è sempre più radicata l’idea che la crisi idrica non è una novità e che l’erogazione, per esempio a due giorni nei territori “fortunati” e anche se non è certo, è la cosa migliore che può accadere e invece d’estate si sa che c’è crisi.

Non ci si dovrebbe scoraggiare e magari per tenere alta sempre l’attenzione porre una questione, quella che riguarda le innumerevoli perdite d’acqua registrate negli anni. La domanda sorge spontanea: Tutta quest’acqua “persa” per strada, a causa di rotture, ora poteva essere utile? La risposta non deve essere legata al detto “Munnu ha statu e munu è”, ma uno scatto in avanti per risolvere la questione. Deve crescere l’indignazione e invece mettere di lato tanta rassegnazione, quest’ultima crea una situazione ottimale per un potere immobile.

La questione è complicata, bisogna dirlo, ma non è impossibile trovare soluzioni, è solo una questione di volontà, perseveranza e caratura politica.

Sulla situazione ad Alcamo abbiamo intervistato il neo assessore al ramo Vittorio Ferro, che ha voluto sottolineare qual è ad oggi la problematica ad Alcamo ed inoltre ci ha fatto sapere che nei giorni scorsi “Abbiamo approvato una variazione di bilancio contene un emendamento che aumenta lo stanziamento per le manutenzioni al rete idrica e fognaria per € 330.000” e “Ci sono state due tavoli per l’emergenza. Uno con il prefetto ed uno con il genio civile per definire gli interventi da finanziare e le strategie da mettere in atto”.

L’Assessore, sottolieneando che la problematica è di molte aree non solo della Sicilia, si è augurato che presto arrivino pioggie per dare “conforto” agli invasi, anche se ad Alcamo la prima necessità risulta essere riparare la conduttura che porta l’acqua in città e che Sicilia Aque faccia venir meno la riduzione comunicata nelle settimane scorse. Per i particolari l’intervista:

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteSiccità, Schifani a Coldiretti: «Crisi senza precedenti, stiamo lavorando per mitigare effetti»
Articolo successivoBrucia rifiuti in modo illecito: denunciato un 69enne di Castellammare del Golfo
Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.