Confermata la condanna all’ergastolo per Maragareta Buffa per l’omicidio Nicoletta Indelicato

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo inflitta, lo scorso 23 novembre, nell’appello bis, dalla prima sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo a Margareta Buffa, 35 anni, originaria della Romania.

“Giustizia è stata fatta – commentano i familiari della ragazza uccisa – anche se nulla ci potrà restituire l’amore della nostra vita”. A rappresentare la famiglia Indelicato come legale di parte civile è stato l’avvocato Giacomo Frazzitta, che ha dichiarato: “Ringrazio la Procura di Marsala per l’eccellente lavoro investigativo svolto e per la velocità con cui ha risolto il caso”.

Da sx Nicoletta Indelicato e Margareta Buffa

Per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, nell’aprile 2022, la Cassazione ha reso definitiva la condanna a 30 anni inflitta a Carmelo Bonetta. In primo grado, Bonetta era stato condannato dal gup di Marsala Francesco Parrinello. La pena fu confermata in appello. Sia Buffa che Indelicato, da piccole, erano state adottate da famiglie di Marsala. I tre protagonisti della vicenda erano amici, o comunque si frequentavano, e sul movente dell’omicidio non si è riusciti a fare piena luce. Subito dopo l’avvio delle indagini, interrogato dai carabinieri, Bonetta confessò, raccontando agli investigatori di essersi nascosto nel bagagliaio dell’auto con cui Margareta ha portato Nicoletta in contrada Sant’Onofrio. E che poi è saltato fuori, coltello in pugno, quando l’amica si è fermata. Successivamente, però, ha aggiunto che lui ha inferto “solo tre coltellate” alla vittima. Le altre le avrebbe, quindi, inferte la Buffa.
La donna era processata per concorso nell’omicidio di Nicoletta Indelicato, 25 anni, anche lei di origine romena, uccisa con dodici coltellate e poi parzialmente bruciata la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019 nelle campagne di contrada Sant’Onofrio, nell’entroterra di Marsala (Trapani). Dopo il primo processo d’appello, che aveva confermato l’ergastolo inflitto in primo grado dalla Corte d’assise di Trapani, la Cassazione aveva annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo.

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