Nel covo di Messina Denaro c’era una pistola con la stessa matricola di quella di un carabiniere che gli dava la caccia

È giallo per una pistola trovata nel covo di Mazara del Vallo, presunto rifugio di Matteo Messina Denaro, avente stessa matricola di un’arma detenuta da un carabiniere in servizio alla D.I.A. di Trapani, che aveva dato la caccia al latitante.

È un dettaglio che emerge dalle indagini sul box di via Castelvetrano, riconducibile a Giuseppe Di Giorgi, 49 anni, arrestato, dove sono stati ritrovati documenti, impronte e denaro. La pistola, con 50 munizioni e perfettamente funzionante, era nascosta in un armadio tra i vestiti. L’indagato ha dichiarato di averla trovata per strada e di averla ripulita e regolarizzata. Le indagini sono in corso per stabilire il motivo della scelta di quel numero di matricola. È possibile che l’arma “originale” sia stata usata per la falsificazione, o che la serie di numeri sia stata acquisita in altro modo, ad esempio attraverso i registri nazionali. Il Ros dei carabinieri e lo Sco della polizia, sotto il coordinamento del procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Bruno Brucoli e Pierangelo Padova, stanno esaminando tutto il materiale ritrovato nel garage. Secondo gli inquirenti, l’immobile, dove c’erano anche un letto e un cucinotto, sarebbe stato utilizzato da Matteo Messina Denaro nei mesi precedenti alla sua cattura, avvenuta a gennaio dell’anno scorso alla clinica La Maddalena di Palermo. A un anno e mezzo di distanza il covo non è stato ancora completamente ripulito. Il ritrovamento del box è avvenuto grazie a una chiave trovata su Messina Denaro il giorno del suo arresto, che apriva il cancello elettrico del complesso dove si trova il garage.

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