Una corona in legno posizionata ai “Quattro canti” in onore di Maria Santissima del Soccorso, Patrona di Castellammare del Golfo.

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Una riproduzione in legno della corona di Maria Santissima del Soccorso, Patrona di Castellammare del Golfo, posizionata ai “Quattro canti”, in pieno centro storico. Giovedì 1° agosto, dopo la messa delle ore 18,30, l’opera artigianale della comunità parrocchiale della chiesa Madre, sarà trasporta in corteo dalla Chiesa ai “Quattro canti” dove sarà issata ed illuminata intorno alle 20.30. L’iniziativa avvia i 21 giorni in cui la comunità celebra la Madonna, con la ripresa di una vecchia tradizione risalente a circa 70 anni fa.

Lo scorso anno, dopo il gemellaggio con Sambuca di Sicilia una delle undici corone era stata “prestata” a Castellammare del Golfo in occasione del 225º anniversario dell’incoronazione della Madonna del Soccorso e del bambino, avvenuta dopo la concessione del Vaticano di due corone d’oro, per i miracoli compiuti da Maria Santissima del Soccorso.

Illuminata e posizionata ai “quattro canti” in onore della Patrona di Castellammare del Golfo, la corona è stata quindi restituita alla città di Sambuca e adesso la comunità ne ha realizzata una sua personale, progettata e messa in opera dall’ artista Cristoforo Ancona, membro della comunità chiesa Madre.

Intanto, per salvaguardare l’incolumità pubblica, non sarà più possibile accendere ceri nel corso delle processioni religiose. Si potranno utilizzare torce elettriche o candele spente ma la cera sull’asfalto è causa di cadute ed incidenti, con continue richieste di risarcimento danni all’amministrazione comunale.

Per evitare che si scivoli, si usa spandere sulla cera della sabbia rossa, anche questa “causa di infortuni nonché dell’intasamento dei tombini e della rete fognaria”.

Un’ordinanza del sindaco Giuseppe Fausto, infatti, fa presente che «le processioni nella città di Castellammare del Golfo sono molto partecipate e la grande quantità di cera che si riversa sull’asfalto rappresenta un grande pericolo per gli stessi fedeli partecipanti, nonché per i veicoli, i motocicli ecc. che si trovano a transitare successivamente». Anche l’utilizzo del bicchiere inserito nel cero a sostegno della colata «non ha risolto il problema della fuoriuscita, anche accidentale, della cera sul manto stradale».

Per questo l’amministrazione ha adottato l’ordinanza che vieta l’utilizzo di candele accese per «preservare l’incolumità delle persone e scongiurare possibili danni a veicoli e cose a causa della cera riversata sul manto stradale durante e dopo la processione». Un provvedimento che «nulla toglie alla tradizione religiosa del partecipare alle processioni per atto di fede, ma emesso a tutela della sicurezza ed incolumità pubblica».

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteAd Alcamo incaricati sei nuovi professionisti esterni
Articolo successivoMassimiliano Corino è il nuovo comandante della Guardia di Finanza di Alcamo