Salemi. Ospedale “Vittorio Emanuele III”. «Non basta quel che c’è»

Si dicono sbalorditi i consiglieri del gruppo misto, Adelaide Terranova e Dario Verde. dalla nota con la quale il sindaco Scalisi ha rassicurato, dopo un incontro con il direttore generale dell’Asp di Trapani, sulla non chiusura del reparto di chirurgia dell’ospedale «Vittorio Emanuele III». A colpire i consiglieri è stata, soprattutto, la parte della nota nella quale Scalisi afferma di aver ricevuto «rassicurazioni sul futuro dell’ospedale». Il problema, sottolineano i consiglieri e i candidati alle ultime amministrative, Ezio Blunda, Rosario Ditta, Giusy Favuzza, Vito Giammalvo, Mariella Peri, Andrea Russo e Vincenzo Saladino, non è quel che all’ospedale c’è, come la chirurgia, ma quel che manca. Tutti chiedono, infatti, che la struttura semplice di Chirurgia aggregata alla chirurgia di Trapani, diventi struttura complessa  autonoma, con tanto di primariato, potendo disporre di tre sale operatorie moderne e attrezzate.
E’ quanto chiedevano, la scorsa settimana, in un articolato documento nel quale sollevavano la questione relativa all’ampliamento dell’offerta sanitaria: «Sarebbe fondamentale la riattivazione dei servizi di cardiologia (il dott. Pecorella, unico responsabile, è stato trasferito a Castelvetrano) e di urologia (il responsabile, dott. Angileri, è andato in pensione e mai sostituito), oltre a un pronto soccorso, ai servizi h24, radiologia analisi, a un reparto di medicina generale di struttura complessa con primariato e al potenziamento della geriatria».
Ciò che pretendono è un ospedale che possa chiamarsi tale, prima ancora di poter ambire a rappresentare un polo di offerta sanitaria. Il reparto di medicina generale sarebbe ad esempio fondamentale, dal momento che, avendo la provincia di Trapani il più basso numero di posti-letto d’Italia, è complicatissimo riuscire a trovare posto per i ricoveri ordinari. L’attuale Pte, peraltro, viene considerato inutile, un semplice punto di smistamento, tant’è che non lo utilizza praticamente nessuno.
Terranova, Verde e gli altri evidenziano il problema relativo al laboratorio di analisi dell’ospedale: da un mese è stata abolita con atto deliberativo la struttura semplice e il servizio dipende da Trapani, «mentre – si sottolinea – sarebbe fondamentale poter avere la struttura a pieno servizio a Salemi». Nel laboratorio analisi, c’è un solo medico, la dottoressa Maiorana.
Inoltre, non convincere la paventata ipotesi di trasformare il nosocomio in un «ospedale di comunità», come prevede il nuovo piano sanitario regionale,  con il rischio che finisca per diventare una scatola vuota, come tutti gli ospedali di comunità del Nord Italia.  Si tratta di una struttura sanitaria di ricovero che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Un’alternativa all’assistenza domiciliare integrata, nei casi in cui questa non sia possibile per mancanza di un supporto familiare o perché necessita un’assistenza infermieristica continuativa.
«Su tutto questo – ribadiscono i firmatari del documento – chiediamo il sostegno del sindaco Scalisi e saremo i primi a ringraziarlo se vorrà sposare la nostra battaglia per la difesa dell’ospedale».
Infine, una stoccata a quegli esponenti della minoranza che si sono premurati di rilanciare la nota del sindaco: «Evidentemente c’è chi, come la cieca di Sorrento, piuttosto di fare opposizione all’amministrazione, ha deciso di fare opposizione all’opposizione. Alla cieca di Sorrento si sono uniti i ciechi, i muti e i sordi che non vogliono comprendere l’importanza della sanità e delle richieste avanzate ».