Concluso a Favignana il progetto “Per l’Alto Mare Aperto”: un percorso di riscoperta e reinserimento sociale attraverso il mare

FAVIGNANA. Il mare come strumento terapeutico e di riscoperta personale. Un ponte verso una nuova vita. Ieri, presso l’ex Stabilimento Florio, alla presenza di autorità civili e militari, sono stati illustrati i risultati del progetto “Per l’Alto Mare Aperto”. L’iniziativa, avviata dall’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna di Trapani a partire da giugno, in collaborazione con la Capitaneria di Porto e i Comuni di Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Castellammare del Golfo e Favignana, e con il supporto della Lega Navale Italiana, ha coinvolto venti persone destinatarie di misure e sanzioni di comunità. I partecipanti, sotto la guida della psicologa specializzata in velaterapia, Serena Di Marco, hanno intrapreso un percorso di reinserimento sociale attraverso il mare. Il progetto ha incluso quattro moduli, ognuno dei quali ha coinvolto le singole sezioni della Lega Navale, concludendosi con attività di pulizia di aree marine, grazie alla collaborazione di associazioni ambientaliste come Plastic Free e Legambiente.

“Il mare può essere un ponte verso una nuova vita, offrendo un’opportunità di rinascita e reinserimento sociale;”spiega Rosanna Provenzano, dirigente dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna di Trapani “i partecipanti hanno vissuto le regole del mare e si sono affidati al comandante, sperimentando il valore del rispetto e della solidarietà, principi fondamentali e indispensabili”.

Il sindaco di Favignana, Francesco Forgione, ha sottolineato, nel suo intervento, l’importanza del progetto e il valore delle pene alternative: “Questa iniziativa dimostra l’importanza irrinunciabile del reinserimento sociale, in linea con i principi e i valori della nostra Costituzione. Sull’isola di Favignana viviamo quotidianamente il rapporto con i detenuti del carcere, che svolgono attività sociali sul nostro territorio. È essenziale riaffermare il valore delle pene alternative, soprattutto in un momento in cui si tende a penalizzare eccessivamente anche reati di minore entità. Il carcere non deve essere solo un luogo di punizione, ma uno spazio di recupero, nel rispetto della civiltà e dei diritti umani, principi che il nostro Paese ha sempre sostenuto fin dai tempi di Cesare Beccaria”.

Parole di apprezzamento sono state espresse anche da Domenico Arena, direttore generale dell’Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia, e dal Prefetto di Trapani, Daniela Lupo, che ha evidenziato la sinergia tra le istituzioni e l’importanza dell’iniziativa in favore di “persone che hanno scontato una pena e che hanno avuto l’opportunità di vivere esperienze diverse e inclusive, per consentire un cambiamento personale e realizzare ciò che prevede la nostra Costituzione: non una pena che punisce, ma una pena che favorisce il reinserimento nella collettività”.

Il comandante della Capitaneria di Porto, Guglielmo Cassone, ha confermato l’impegno per una prossima edizione, offrendo la disponibilità a supportare ulteriori attività di reinserimento sociale attraverso il mare.


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