Scadono i termini di custodia, liberi gli uomini di Messina Denaro. Pena ridotta in appello per il venir meno di una aggravante

Pene ridotte in appello e una pioggia di scarcerazioni per scadenza dei termini di custodia cautelare per alcuni fedelissimi di Matteo Messina Denaro, che, nelle prossime ore, torneranno liberi.

Lo ha deciso la Corte d’appello di Palermo, che, su indicazione della Cassazione e per il venir meno della circostanza aggravante del reimpiego economico dei proventi dell’attività mafiosa, era chiamata a rivedere le pene per una serie di capomafia e gregari trapanesi.  Il processo nasceva dal blitz “Anno Zero” del 2018, condotto da carabinieri del Ros, Dia e squadra mobile.

Queste le condanne: Nicola Accardo 10 anni (era al 41 bis), Antonino Triolo 8 anni, i castelvetranesi Giuseppe Tilotta 8 anni e Bartolomeo Tilotta 1 anno e 10 mesi, Giuseppe Paolo Bongiorno 6 anni, Giuseppe Rizzuto assolto, Calogero Guarino 8 anni, Angelo Greco 6 anni, Vincenzo La Cascia 9 anni e 8 mesi, Raffaele Urso 11 anni e 2 mesi, Andrea Valenti 7 anni e 6 mesi, Filippo Dell’Aquila 8 anni e 8 mesi.

Nel blitz “Anno Zero” venne arrestata una sorella del boss, Patrizia Messina Denaro, detta “a curta”, moglie di un altro mafioso nel frattempo tornato libero, Vincenzo Panicola. La condanna per Patrizia Messina Denaro è diventata definitiva. Nel frattempo dopo la cattura del boss, è stata arrestata un’altra delle sue sorelle, Rosalia, oggi anche lei in carcere.