CUSTONACI. A Custonaci la memoria diventa impegno civile per le nuove generazioni. Anche quest’anno, infatti, si terrà (sabato 11 gennaio alle ore 10.00) la manifestazione “Un Angelo al Galoppo”, per ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo barbaramente assassinato dalla mafia l’11 gennaio del 1996 all’età di 12 anni. La sua unica colpa era quella di essere il figlio di un collaboratore di giustizia. Nella villetta intitolata proprio al piccolo Di Matteo, che fu anche prigioniero nel corso del lungo sequestro, per circa due mesi, nella frazione di Purgatorio, verrà svelata un’installazione artistica, frutto di un progetto della democrazia partecipata, alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Enrico Fermi” e delle autorità civili, religiose e militari. Al termine della cerimonia si darà vita ad un animato e gioioso corteo che raggiungerà il centro storico dove si terrà un flash mob sempre a cura degli studenti, per l’occasione anche il Santuario Maria SS.ma di Custonaci resterà accessibile ai giovani partecipanti.
Dichiarazione dell’artista che ha realizzato l’opera Martina Angelo:
«Nell’opera realizzata ho voluto dare voce a chi non ne ha mai avuta. La voce di Giuseppe è raccontata attraverso un’immagine di libertà dove egli spicca un volo libero sul suo cavallo dal crine ribelle. Quest’ultimo è stato volutamente scelto per essere un simbolo di connessione tra il mondo terreno e quello divino, tra la terra e il cielo, tra la vita e la morte. Il suo colore bianco allude alla purezza e a qualcosa di candido, come l’innocenza e la tenerezza di un bambino. I toni dell’azzurro conferiscono al dipinto un senso di serenità e leggerezza e si contrappongono alla profondità e al silenzio rivelati nel blu. I toni cerulei, quasi ovattati, ricordano un senso di pace spirituale, di protezione, mentre i verdi sottolineano lealtà e sensibilità, proprie del cavallo, fedele amico di Giuseppe. La scelta del colore rosso è legata invece all’energia vibrante che questo colore emana e che scuote gli animi, attira a sé l’attenzione, blocca l’osservatore attento che non si accontenta di guardare solo ciò che è visibile agli occhi. Nel rosso, significati opposti come amore e rabbia coesistono, per attestare qualcosa che è di diritto a ogni essere umano: LA VITA. L’intero processo di realizzazione dell’opera è stato eseguito in Action Painting dove le stesure di colore sovrapposte tra loro sono un gesto di gentilezza, come carezze amorevoli date attraverso un pennello. Le pennellate leggere si alternano a quelle volutamente gocciolate che colano, colano, come un ricordo non vago, dalla nota triste, ma allo stesso tempo perseverante, come la lotta verso le ingiustizie. La grana ruvida, infine, che risalta sul manto del cavallo conferisce durezza e forza, come un gesto violento che graffia l’anima. Per tutto quello che è stato, per tutto quello che non sarà mai più, a te piccolo angelo, va la mia espressione».