Nella mattinata odierna, operatori della Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Anticrimine della Questura di Trapani hanno eseguito nel territorio di ERICE – Casa Santa la confisca di beni ai sensi dell’art. 24 del D.L.vo n. 159 del 2011, nei confronti di due congiunti trapanesi, padre e figlio, di anni 47 e 25, per un valore complessivo di circa 270.000,00 Euro, nonché la sottoposizione, per entrambi, alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza, della durata rispettivamente di 2 anni e 6 mesi e di 3 anni.
Il Provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su Proposta congiunta del Questore di Trapani e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a carico di due pregiudicati trapanesi a conclusione, di un procedimento che già avevo condotto al sequestro di numerosi beni a loro riconducibili, tra i quali rapporti bancari e postali, beni immobili, autovetture e motoveicoli.
Il profilo criminale dei due soggetti, già da molti anni noti alle cronache giudiziarie, poiché più volte denunciati o arrestati per reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, era ben delineato avendo riportato peraltro diverse condanne. In particolare il padre, pienamente inserito nel mondo del traffico di stupefacenti di Trapani
ed Erice, è stato punto di riferimento per lo spaccio ed il commercio nel trapanese fungendo da anello di congiunzione con gruppi criminali operanti nel territorio palermitano, dai quali si riforniva e manteneva costante la disponibilità di sostanza stupefacente. L’organizzazione messa in piedi garantiva la vendita “al dettaglio” attraverso esercizi commerciali in Trapani, con i quali si poteva concordare quantitativi ed orari. Oggi, al predetto è stata anche applicata la sorveglianza speciale di p.s. per anni due e mesi sei.
Il figlio, alter ego paterno, con le medesime capacità operative nel traffico degli stupefacenti, è stato anch’egli destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza
speciale per anni tre. Reiteratamente propenso all’uso della violenza e delle armi, non sempre è stato capace di contenere gli istinti criminosi, sebbene gli siano state applicate, nel tempo, misure cautelari o pene detentive. Affrancandosi alla figura paterna e grazie all collaborazione di altri giovani ben inseriti nel mondo della criminalità locale, è riuscito
sempre in modo più autonomo a gestire l’attività di spaccio, acquisendo i caratteri del “capo”, provvedendo a “gestire” le situazioni debitorie di acquirenti di sostanza stupefacente.
L’attività di spaccio, definibile fiorente, aveva permesso ai due congiunti di costruire un discreto patrimonio immobiliare e finanziario, frutto del reimpiego degli illeciti capitali conseguiti. Le approfondite attività investigative e le relative indagini patrimoniali esperite da personale specializzato dimostravano una rilevante “sproporzione” tra i redditi lecitamente acquisiti e la reale disponibilità economico-finanziaria degli stessi e dei loro nuclei familiari. Tale attività sfociava nel sequestro di molti beni nella disponibilità dei due
soggetti, operato nella giornata del 3 novembre del 2023, che oggi viene suggellato con la definitiva confisca di numerose autovetture, di motoveicoli tra cui scooter di grossa cilindrata e di immobili, di attività commerciali tra cui due pizzerie, oltre a numerosi rapporti economici, sia bancari che postali.