ALCAMO. Oggi alle dieci, presso l’auditorium del Collegio dei Gesuiti, nell’ambito del Progetto “Ithaca Diary Contest Tour 2024/2025”, la compagnia Bottega degli Apocrifi presenta il Racconto Personale di Mamadou Diakite’, cittadino della Costa d’Avorio.
L’iniziativa è in collaborazione con il Laboratorio d’Autore di Alcamo di Jasemina Zeqiraj; la Compagnia è ospite presso la Residenza degli Artisti di via XV Maggio; l’obiettivo è quello di educare al rispetto delle diversità culturali, religiose e sociali, favorendo un ambiente inclusivo, e riflettere sui pregiudizi e le difficoltà vissuti dai migranti.
“Grazie a Jasemina Zeqiraj per aver promosso nella nostra città quest’evento culturale su un tema di stretta attualità, che punta a sensibilizzare sulla realtà migratoria, promuovendo esperienze dirette di conoscenza e consapevolezza” afferma l’assessore alla cultura Donatella Bonanno.
Al riguardo, la lettura interpretata del testo di Mamadou Diakitè, scritto da Stefania Marrone, a cura di Cosimo Severo è un racconto personale, come quelli che capitano in treno, in fila alle poste, in una sala d’attesa… ogni volta che qualcuno ha voglia di ascoltare e scopre quanto è diversa la nostra vita da quella degli altri, e quanto, invece, sono simili le emozioni, i bisogni e l’istinto che la guidano.
Mamadou è un giovane cittadino della Costa d’Avorio che si è messo in viaggio “senza valido motivo”: non c’era una guerra nel suo Paese, non era perseguitato, aveva addirittura da mangiare tutti i giorni, tre volte al giorno. Quella di Mamadou è una storia sfrontata e arrogante, che racconta di un ragazzo che ha pensato di avere diritto a un’occasione nella vita, per inseguire un sogno. Una storia che attraversa il deserto e che comincia con l’incontro con il trafficante più in gamba di tutta l’Africa: Sita la venditrice.
Il progetto s’ispira a quello della Human Library nata in Danimarca, nella convinzione che raccontarsi sia il modo migliore per avvicinarsi, perché raccontare la propria vita vuol dire cercare quell’intimità che annulla le distanze.
La Bottega degli Apocrifi nasce a Bologna nel 2000 dall’incontro di tre studenti universitari che si stanno formando nelle discipline teatrali e un musicista studente al Conservatorio.
Nel 2004 la compagnia teatrale compie una migrazione controcorrente e si trasferisce da Bologna a Manfredonia, città d’origine di alcuni membri del gruppo, con l’obiettivo di coltivare il deserto, ovvero “portare il mestiere del teatro dove non c’era”, scommettendo che il teatro possa essere un lavoro anche in Italia, anche a Sud.
La fortuna è che il teatro, per definizione, non lo si può fare da soli: chi sta sul palco non ha ragion d’essere se non c’è almeno una persona in platea… è un atto creativo fondato sulla relazione.
Oggi La compagnia è inserita nell’Albo dello Spettacolo della Regione Puglia, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e sperimenta, dal 2010, progetti di formazione internazionali col sostegno della Comunità Europea.