La Sicilia continua ad essere la terra delle contraddizioni. Mafia e antimafia, ma un altro campo ne testimonia altresì queste contraddizioni: il campo del “nettare degli dei”, cioé il vino. Parlando con chi coltiva le terre, il settore vive una forte crisi e la lamentela principale è la mancanza di una politica agricola a livello locale, regionale e nazionale. Di contro, per esempio come ha testimoniato vinitaly, alcune aziende siciliane che producono vino riescono a mettere in campo prodotti eccellenti e riconosciuti tali anche a livello internazionale. Questo dualismo della nostra terra di Sicilia purtroppo non le permette un salto di qualità. L’esempio di tutto questo è sotto gli occhi: Alcamo ha tante eccellenze, ma queste non riescono a trascinare il tessuto economico alcamese in un percorso virtuoso. Siamo il paese del vino bianco per eccellenza, ma le nostre campagne sono poco attraenti per chi vuole investire. A tener duro sono quei contadini e proprietari terrieri che ancora vedono nella terra l’origine della vita e l’origine di quei frutti che sono essenziali per una vita salutare, originaria, che sviluppa una migliore coscienza della bellezza della vita, lontano dalla frenesia di cui è schiavo l’uomo contemporaneo. In più, può diventare fonte di ricchezza se ben amministrata e se ben supportata da politiche al passo con i tempi.