PALERMO – Il procuratore di Trapani, Marcello Viola, e i carabinieri della sua scorta, si sono trovati al centro di un avvenimento che sa quasi dell’incredibile. Il 19 aprile scorso una Audi che viaggiava da Palermo in direzione Trapani, con i vetri semi-oscurati, li aveva inseguiti a folle velocità per un lungo tratto di autostrada. Dopo diversi minuti di timore per quel che poteva succedere a quelle velocità, l’auto si è dileguata all’ingresso per Trapani. L’episodio era stato percepito come un atto intimidatorio, considerando che sul tavolo del procuratore Viola si trovano casi come quello di Matteo Messina Denaro o dell’allontanamento del Vescovo di Trapani. Tutti si erano stretti in un abbraccio di solidarietà al Procuratore per il grave atto intimidatorio. Ecco quello che aveva detto il presidente della Commissione Ambiente del Senato, Antonio d’Alì: «Piena solidarietà al Procuratore di Trapani, Marcello Viola, per l’inquietante episodio di minaccia ed intimidazione di cui è stato vittima insieme agli uomini della sua scorta». E ribadisce «al dottor Viola la mia personale vicinanza e quella dei trapanesi e dei siciliani onesti, certo che non si lascerà intimidire e che continuerà la sua attività professionale con il rigore e l’energia di sempre. Mi auguro che le indagini facciano al più presto luce piena su questo episodio che desta allarme e preoccupazione». E “la luce” è stata presto fatta: i magistrati di Caltanissetta hanno identificato gli uomini che erano a bordo dell’Audi che, il 19 aprile scorso, ha inseguito a folle velocita’ l’auto su cui viaggiavano il procuratore di Trapani Marcello Viola e i carabinieri della sua scorta. La notizia e’ confermata dalla Procura. Gli uomini, che sono stati interrogati e non sono indagati, avrebbero ridimensionato l’episodio e dato una spiegazione sul loro comportamento: stavano recandosi in aeroporto e rischavano di perdere l’aereo. Resta alta la vigilanza sul magistrato.