Dopo l’apprezzato esordio del 2009 con “Ora ti ho”, il 15 marzo 2012 esce “Discorrendo senza ratio” (Malintenti Dischi), l’atteso secondo album di ORATIO, uno dei nuovi brillanti talenti musicali.
Autore ispirato, tra i più convincenti della generazione neo cantautoriale, con una passione particolare per mentori come Battisti o Ivan Graziani. Andrea Corno, vero nome di Oratio è un artista che si conferma un validissimo autore di canzoni e ce lo dimostra seguendo la strada meno semplice, ovvero cambiando rotta.
Nel primo album la sua voce sorniona aveva colpito per aver cantato canzoni di folk garbato, incentrate su temi generazionali. Oggi, Oratio è un cantautore in fuga, un vivace compositore di brani che non vogliono più essere contenuti in un unico genere. Vengono fuori in un nuovo album dalle influenze pop come psichedeliche, fatto di “canzonette” da quattro accordi o di lunghe code strumentali, ariose e suggestive.
Se l’esordio era stato leggero ed in punta di piedi, qui il prolifico autore siciliano si è voluto divertire, pur mantenendo alcuni tratti che lo hanno sin da sempre contraddistinto, ovvero una (sempre utile) leggerezza, ironia e, al tempo stesso, una buona sensibilità interpretativa.
In “Discorrendo senza Ratio”, Corno è capace di un’interpretazione vocale sentita e appassionata come quella della ballata “mille idee”, dove la band sembra suonare in assenza di gravità; o di una leggerezza scanzonata come “pirati”, caraibica nell’andamento e piena di sberleffi nel testo (“con la testa nella sabbia, non li vedi i pirati arrivare”); l’accattivante “credi in me”, con tanto di malinconia stile paolo conte, sax e arrangiamento “jazz-pop”; ma anche di suggestivi distese sonore lasciate correre sulle code di alcuni brani, e che si liberano definitivamente nella conclusiva “un posto sconosciuto”, dove la voce di Oratio introduce l’ascoltatore in un mondo sonoro che si potrà raccontare solo dopo averlo ascoltato fino alla fine. Senza dimenticare la trascinante “scegli il vizio” o le deliziose “il laccio” e “sonno stregone”, dove, come pochi sanno fare, ci racconta piccoli importanti episodi di vita quotidiana.
Un disco, insomma, che lo affranca da certi accostamenti a senso unico, che lo volevano appartenente solo alla nuova scuola cantautoriale italiana. Oratio è sempre più Badly Drawn Boy e meno Battisti, più Wilco e meno De Gregori.
Oratio giunge a questo nuovo album, dopo qualche autoproduzione e l’esordio ufficiale “Ora ti ho”, uscito nel 2009 (sempre per Malintenti Dischi) e prodotto artisticamente dal cantautore Toti Poeta. Al disco, accolto con molto interesse dalla critica, ha fatto seguito un tour durato un anno e mezzo, che lo ha portato in giro per l’italia, dividendo i palchi con alcuni dei migliori rappresentanti della nuova scena musicale italiana, come Dente o Brunori Sas. I suoi brani, programmati in diverse emittenti radiofoniche, sono stati anche inseriti in varie compilation.
L’album vede la collaborazione di Oliviero Lopes al piano, chitarra, ukulele, glockenspiel, Emanuele Primavera alla batteria, oltre alla partecipazione di Settimo Serradifalco (Akkura, Donsettimo) al contrabbasso, Francesco Corso alla batteria, Jossi Botte al sax e al clarinetto, e Roberta Miano ai violini.
La preproduzione e gli arrangiamenti sono di Oratio.
Il disco è stato registrato al Sonoria Studio Recording di Scordia (CT) da Vincenzo Cavalli.
L’album è stato missato e masterizzato a Milano all’Adesiva Studio Recording di Paolo Iafelice (già con V. Capossela, F. De Andrè, etc) tranne 4 brani missati da Roberto Ferreri.