TRAPANI – Si inabissa ancora di più la turpe vicenda legata agli scandali economici della Curia trapanese; questa volta potrebbero esserci di mezzo anche alcuni conti presso lo Ior e Cosa Nostra.
La questione risale a marzo 2011, quando Don Ninni Treppiedi, Arciprete della Chiesa Madre di Alcamo, in una consueta messa domenicale annuncia di lasciare la chiesa alcamese per trasferirsi a Roma ed occuparsi dei suoi studi. Quel giorno, ad Alcamo, in pochi hanno creduto alle parole dell’arciprete. Pochi mesi dopo (giugno 2011), arriva la notizia che il Vescovo di Mazara del Vallo, componente della CEI, è stato nominato visitatore apostolico della Diocesi di Trapani, con poteri ispettivi.
L’indagine interna alla Chiesa partirebbe dall’ipotesi che l’ex Vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, sarebbe responsabile di presunti ammanchi ad alcune fondazioni ecclesiali.
Nel frattempo l’ex Vescovo Miccichè emette un decreto di sospensione, in cui si intima a Don Treppiedi la sospensione da tutti gli atti relativi al suo ministero sarcedotale e dall’esercizio di qualsiasi incarico o ufficio ecclesiastico.
Nella calda estate del 2011 Miccichè attacca Treppiedi sull’ipotesi di una gestione a fini personali del patrimonio della Chiesa, quando svolgeva la funzione di direttore amministrativo del patrimonio della Curia.
Immediate le perquisizioni della Guardia di Finanza nell’abitazione di Don Ninni Treppiedi e l’inizio dell’indagini da parte della Procura di Trapani le quali seguono la pista di truffa, calunnia, diffamazione, minacce ed appropriazione indebita, coinvolgendo soltanto Don Ninni Treppiedi e alcuni suoi familiari e amici. Al centro dell’indagine ci sarebbero alcune vendite di immobili e opere religiose appropriate indebitamente e vendute nei territori di Alcamo e Calatafimi.
Il Procuratore di Trapani, effettua una richiesta di rogatoria internazionale per poter indagare, secondo il Corriere, su alcuni conti di Don Ninni Treppiedi presso lo Ior, istanza che non ha avuto seguito presso la Santa Sede. Pochi giorni dopo la richiesta arriva l’immediata rimozione del Vescovo Miccichè dalla Diocesi trapanese e le parole dure dell’ex Vescovo su un presunto complotto ai suoi danni.
In questa vicenda tormentata si intreccia anche lo scandalo dello Ior che ha visto la rimozione di Gotti Tedeschi, ex-numero uno della Banca Vaticana.
Gotti Tedeschi, secondo quanto riportato dai quotidiani del Corriere della Sera e La Stampa, avrebbe scritto un memoriale per denunciare gli scandali dell’istituto bancario, citando anche la curia trapanese e alcuni conti aperti presso lo Ior che sarebbero stati a disposizione della mafia trapanese. Il Corriere della Sera ipotizza che parte di questo denaro sia servito a riciclare i soldi del Boss Matteo Messina Denaro.
Immediata arriva la smentita del Procuratore Viola, secondo cui l’istanza di rogatoria avanzata riguardi soltanto i fatti che competono l’oggetto del procedimento relativi ad alcune appropriazioni indebiti ai danni dell’ente ecclesiastico della Diocesi di Trapani, escludendo altre ipotesi investigative.
Nell’indagine della Procura di Trapani l’ex-Vescovo Miccichè risulterebbe parte lesa, anche se molti sono i dubbi su come possa l’ex Vescovo essere rimasto all’oscuro di tutto.