CORLEONE. Pochi giorni fa a corleone si sono svolti i funerali di Placido Rizzotto dopo 64 anni dalla morte e circa 4 dal ritrovamento del cadavere nelle foibe di Rocca Busambra. La storia di Placido porta con se anche quella di un giovinetto che nulla aveva a che fare con quei fatti se non il trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Quel 10 maggio del 1948 Rizzotto, che aveva 34 anni, venne attirato in un’imboscata da Pasquale Criscione, un compagno del sindacato fedele a Navarra, medico e mafioso, e venne rapito e ucciso nella campagna di Corleone. La CGIL proclamò uno sciopero generale. Giuseppe Letizia, un pastore di 13 anni, assistette al suo omicidio casualmente, ma venne scoperto e fu ritrovato il giorno dopo dal padre, mentre delirava. Questi lo portò nell’Ospedale dei Bianchi, diretto proprio da Navarra, dove il ragazzo, sempre delirante, parlò di un contadino assassinato durante la notte e venne curato con un’iniezione. Morì pochi giorni dopo per tossicosi, molto probabilmente avvelenato su ordine di Navarra, se non da lui stesso con una iniezione di aria.Questo povero giovane non poteva sapere di aver visto un esecuzione eccellente, e il padre non seppe mai di aver messo il figlio nelle mani del peggior nemico. Oggi anche per lui un piccolo riconoscimento:il conferimento di un diploma alla memoria, per lui che faceva il pastore ma sognava di studiare. Piccolo eroe sconosciuto e inconsapevole.