“Considero questa mia esperienza definitivamente conclusa, la settimana prossima provvederò a formalizzare le mie dimissioni”, questa la dichiarazione dell’Assessore alla Sanità di Russo, vicepresidente e assessore alla salute , ex magistrato antimafia. L’Assessore era stato chiamato dal presidente Raffaele Lombardo a far parte del suo primo governo alla guida dell’assessorato alla Salute in qualità di «tecnico», si è impegnato nella difficile opera di ripianare il deficit della Sanità attraverso un piano di rientro e una riforma che è stata molto osteggiata.
Le reazioni a questa decisione sono state di contrarietà, perché “la Sicilia perderebbe uno degli uomini di governo più coraggiosi, efficienti e rigorosi dei sessant’anni di autonomia” così si è espresso il Presidente Lombardo. Attestati di stima sono arrivati anche da una ventina tra medici e manager della sanità pubblica, tra i primi firmatari Michele Vullo, Salvatore Piraneo, Raimondo Marcenò, Aroldo Rizzo, Francesco Fabbiano, Ranieri Caldura, Nello Di Bella, Cesare Scardulla. Questi hanno voluto sottolineare il fatto che con Russo “si è concretizzata in un profondo mutamento della tecno-struttura assessoriale e nell’allineamento della Sicilia ai processi nazionali di riordino del settore”. A ribadire l’importanza dell’operato di Russo anche l’Assessore al lavoro e alla famiglia, Spampinato: “la riforma sanitaria da lui attuata in questi anni è stata certamente coraggiosa e, anche se spesso impopolare, di indubbia efficacia. Oggi la Sicilia è rientrata in campo nazionale tra le regioni virtuose per il contenimento della spesa in campo sanitario, passando dagli ultimi ai primi posti di merito”.