ALCAMO. Ad Alcamo è presente un grande patrimonio palmifero, soprattutto della specie “Phoenix Canariensis”, che purtroppo è anche la più colpita dal “Rinchophorus Feruginensis”(volgarmente detto Punteruolo Rosso). Delle 370 piante presenti in città molte sono state colpite e dal 2010 il comune si è interessato alla cura delle stesse prima attraverso le “Rancho Trap”, poi anche grazie al corretto smaltimento di quelle colpite troppo duramente che rischiavano solo di infettare tutte quelle circostanti.
Per gli interventi di cura e smaltimento delle palme ormai morte, l’affidamento viene dato a ditte esterne al comune, spiega l’Assessore Fundarò, unicamente perchè si tratta di personale specializzato che possiede il patentino per l’uso di agenti fitosanitari (usati per contrastare il punteruolo) sia per la necessità di usare attrezzature specifiche di cui il comune non dispone. Gli interventi vanno, inoltre, predisposti per la notte per evitare che le sostanze entrino in contatto con le persone, trattandosi di agenti tossici.
Gli interventi comunali, costati nei 3 anni 85 mila euro, hanno permesso di salvare l’ 84% del patrimonio palmifero, quando nel resto della Sicilia si contano 10 mila esemplari morti e nel corso del tempo si sono sperimentate via via tecniche sempre più utili e meno costose da mettere in pratica per fare più interventi e salvare più esemplari.
A cadenza temporali, 6 trattamenti ogni anno, diverse tutte le piante sono state trattate e per quelle che non è stato possibile un intervento volto all’eliminazione del parassita si è proceduto con l’incapsulamento e la bruciatura per evitare il contagio di ulteriori esemplari. Purtroppo i costi elevati, non sostenibili dai privati, non permettono a questi ultimi di fare gli stessi interventi con la stessa facilità nonostante la delibera comunale che glielo impone, e gli esemplari dei privati continuano a produrre il parassita.
“La situazione di Alcamo è molto diversa dal resto del meridione – spiega l’assessore – vengo chiamato ogni settimana da altri assessori e sindaci che mi chiedono come abbiamo contrastato il fenomeno ad Alcamo. Inoltre, sono in stretto contatto con l’Università di Palermo e con diversi istituti di ricerca per tenermi aggiornato sugli sviluppi e trovare un metodo definitivo di risoluzione del problema. Una buona soluzione sarebbe che anche i privati facessero i trattamenti, in ogni caso per le informazioni possono rivolgersi al comune, contattando direttamente il numero 0924 590 404 per rivolgere i propri dubbi all’Archietto Aldo Palmeri, responsabile del verde urbano”.
Massimo Fundarò conclude facendo un appello alla regione: “Ad oggi sono mancati il coordinamento regionale da parte dell’assessorato preposto e le risorse finanziare per permettere a tutti i comuni di intervenire, il Comune di Alcamo ha effettuato i suoi interventi a sue spese, ma considerato il taglio avrà problemi a continuare a garantire la sicurezza delle palme.”