Molto fermento in consiglio, ma per cosa?

ALCAMO. Tra chi minaccia di passare all’opposizione (Calvaruso) o di lasciare il proprio partito (Coppola) e chi spera che l’amministrazione attuale abbia vita breve per il bene dei cittadini (Caldarella) è certo che al consiglio comunale non ci si annoia mai.

Le discussioni, i botta e risposta e le incomprensioni sono quasi da considerarsi normali quando si dibatte di affari importanti, come il bilancio o il piano triennale delle opere pubbliche.

Ma se si considerano poi le frivole discussioni su quanto deve durare una pausa e se è il caso di farla subito o dopo un po’, unita alle mancanze di numero legale e ai relativi rinvii, sembra proprio che molti momenti di caos non finalizzato a produrre nulla potrebbero essere evitati.

Un paio di sedute fa si era proposto un orario diverso per le sedute di consiglio, di modo che potessero inziare e terminare nella stessa giornata e anche per evitare di gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini con ulteriori gettoni di presenza nel caso di rinvio al giorno successivo. Sarebbe bene che tale provvedimento venisse proposto e adottato nel più breve tempo possibile, perchè in tempi di grandi ristrettezze come quelli che l’intera cittadinanza vive, osservare alcuni comportamenti di poca responsabilità sembra davvero un insulto alla crisi che colpisce tutti, compresi i consiglieri stessi.

Non si può generalizzare, è certo, ma se ognuno nel suo piccolo si riproponesse di rappresentare la cittadinanza con profondo senso del dovere e in nome delle persone che rappresenta cercando di dar l’esempio essendo i primi, a far cassa, e probabilmente non si assisterebbe più al malcontento di quanti credono che al consiglio comunale non si faccia altro che perdere tempo a spese di tutta la cittadinanza.

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Simona De Simone, psicologa e psicoterapeuta. Divoratrice instancabile di libri e del buon cibo. Appassionata di scrittura e mamma di Alqamah sin dal principio.