Confronto tra Savalli e Purpura al processo Anastasi

TRAPANI – Ieri mattina, al processo per l’omicidio di Maria Anastasi, si è svolto il confronto fra Salvatore Savalli – marito della vittima – e Giovanna Purpura, che si accusano a vicenda del terribile atto.

La vicenda risale al 4 luglio, quando Savalli, denuncia  la scomparsa della moglie, e racconta  ai carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice  con la moglie e i tre figli adolescenti, e di essere sceso dalla macchina per accompagnarli a fare pipì. Allontanatosi dal veicolo, avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato dov’era parcheggiata, non avrebbe più trovato né l’auto né la moglie.  La sua versione dura pochissimo. E’ smentita dagli stessi ragazzini, che dicono subito che non erano con i genitori quando la mamma è scomparsa. Di fronte alla contestazione degli inquirenti, l’uomo ha cambiato versione dicendo di essere andato nella campagna insieme alla moglie, per incontrare la sua amante ed interrompere la relazione extraconiugale che la donna aveva da tempo. Savalli a questo punto accusa la sua amante Purpura ma quest’ultima dice di aver solamente assistito all’omicidio e accusa a sua volta l’uomo. Il cadavere di Anastasi veniva ritrovato ad una ventina di chilometri di distanza dal luogo indicato dal fermato come quello dell’ultimo incontro con la moglie.

Al momento, la posizione più compromessa è quella di Savalli. I carabinieri del Ris hanno evidenziato microtracce di sangue sui pantaloni e sulle scarpe indossati quella sera da  Savalli. Il sangue della donna sugli abiti del marito confermerebbe la versione fornita agli inquirenti da Giovanna Purpura.

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