La promessa fatta dall’ultima riga delle favole ha illuso intere generazioni che comunque sia trovando l’anima gemella è d’obbligo il vissero felici e contenti finale. Poi se per trovarla basti un colpo di fortuna o un destino accondiscendente questo non ci è dato saperlo e in verità sembra non avere nemmeno importanza.
Gramellini racconta il percorso di Tomas, disilluso e frustrato da una vita sempre uguale a se stessa e da amori ingannevoli e particolarmente beffardi. Un viaggio metaforico e un linguaggio piuttosto onirico per descrivere l’ascesa dal fondo di se stessi al ritrovamento di un cuore capace di amare, ma prima di tutto di amarsi.
Non esiste alcun “felici e contenti” se non si è capaci di vincere le proprie paure e il proprio dolore, residui molto ingombranti di traumi antichi, così come non esiste alcuna possibilità di andare oltre il compiangersi se non vi è alcuna voglia di superare gli ostacoli creati dal tentativo di vivere barricati dietro difese folli.
Un libro che sembra voler dare speranza e appare terapeutico per quanti hanno smarrito la voglia di uscire dalle proprie prigioni interiori.