Domenica in Piazza Ciullo, ad Alcamo, le donne sono scese in campo per difendere la propria dignità, calpestata da un maschilismo e sessismo imperante nella società italiana. Di questo ho discusso con una delle organizzatrici, Elisa Palmeri.
1) Manifestazioni di questo tipo ultimamente sembrano essere più frequenti, quali sono le motivazioni secondo lei?
Credo che sia la prima volta che ad Alcamo la società civile si muova spontaneamente in una manifestazione trasversale, senza un palco, senza interventi, nè bandiere. Una manifestazione nata sul web, cui ha aderito la rete nazionale dei centri antiviolenza e il nostro centro. Alla base di tutto credo ci sia che la società civile è stanca di aspettare immobile che qualcun altro risolva i propri problemi e si faccia portavoce delle proprie istanze. E’chiaro che essere rappresentati in parlamento non è sufficiente garanzia di tutela dei diritti delle libertà e della dignità ed è quindi necessario manifestare.
2) E’ stato casuale che da una parte della Piazza voi manifestavate per affermare con forza la dignità delle donne e dall’altra si richiedeva di firmare per far dimettere Berlusconi, che ultimamente è stato accusato di poca sensibilità nei confronti della dignità delle donne?
Il comportamento privato del capo del governo, noto a tutti e rivendicato dallo stesso, è un fatto politico e culturale, che richiede risposte politiche e cultruali. La risposta politica appartiene ai partiti. Oggi noi abbiamo aderito insieme alla rete nazionale dei centri antiviolenza alla moblitazione nazionale delle donne insorgendo verso un uso distorto e violento del corpo delle donne e un modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, che incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Credo che il senso della mobilitazione di oggi non possa essere riassunto nella necessità di ottenere le dimissioni del capo del governo, ma impedire che attraverso di lui venga legittimato un comportamento e un modello di relazione uomo-donna, violento e distorto. Ed infatti, al posto della valorizzazione dei singoli e della meritocrazia, si sta radicando nella mente dei più giovani l’idea che vendere il proprio corpo al potente di turno debba essere considerato una “carriera” praticabile e auspicabile. Noi diciamo basta e chiediamo agli uomini di schierarsi contro questo uso triste e malato della sessualità maschile che li offende quanto offende le donne.
3) Il vostro centro ha lo scopo primario di difendere le donne dai comportamenti e dalla mentalità maschilista, però molte volte, a difendere comportamenti maschilisti, come si è visto in trasmissioni televisive nazionali, vediamo in prima linea molte donne, secondo lei perché?
Il Centro Antiviolenza di Alcamo aiuta a riconoscere il comportamento violento e ad elaborare con le psicologhe e le avvocate percorsi individuali di uscita dalla violenza, intervendo laddove la mentalità maschilista si trasforma in una lesione della dignità e della integrità psico-fisica. Si tratta cioè di una attività di volontariato che va incontro a esigenze di tutte le donne, anche di quelle che, per qualsiasi motivo, difendono comportamenti maschilisti, comportamenti questi ultimi, che prima o poi ti si ritorcono contro. In ogni caso, non credo che siano così tante le donne cui Lei fa riferimento: credo, invece che siano un numero maggiore le donne impegnate nella vita pubblica,nei partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato che si sentono calpestate da una cultura diffusa che propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.