PANTELLERIA – Ancora una volta, i fondali di Pantelleria ci regalano i loro tesori sommersi. Sono state infatti rinvenute trenta ancore di piombo, quattro anfore e quattro lingotti di piombo di diverse dimensioni e tipologia. Tale ritrovamento è stato reso possibile grazie alla seconda fase del progetto valorizzazione e fruizione dei siti archeologici sommersi a Cala Tramontana e a Cala Levante ideato dal consorzio Pantelleria Ricerche (Università degli Studi di Sassari, Ares archeologia, Diving Cala Levante) e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, realizzato grazie al finanziamento di Arcus S.p.A. Il progetto di ricerca ha preso il via il 15 maggio e terminerà a metà luglio.
I reperti sono stati rinvenuti a 60 metri di profondità e considerando la disposizione delle ancora, la tipologia del giacimento archeologico e le analogie con altri contesti simili, lasciano pensare che ci si trovi davanti ad un ormeggio di emergenza da parte di una flotta di navi puniche, probabilmente durante una delle battaglie con le quali i Romani presero il controllo di Pantelleria.
La scoperta è stata effettuata tramite la mappatura dei fondali delle due baie. I fondali sono stati scandagliati da 8 fino a 100 metri di profondità, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma e del Cnr. Effettuata anche l’indagine stratigrafica subacquea del carico di un relitto situato a 20 metri di profondità dove sono stati rivelate anfore di produzione cartaginesi dello stesso periodo.
I reperti individuati sono stati allestiti in un itinerario sommerso a Cala Tramonana, lungo il quale sono stati applicati cartellini esplicativi per far riconoscere i reperti ai subacquei che visiteranno il sito archeologico.