Voto di scambio ad Alcamo, l’inchiesta della Procura

Che qualcosa non andasse per il verso giusto nella politica alcamese era chiaro a tutti. Dalla notizia riportata sabato scorso su “Il Fatto Quotidiano”, in merito agli atti dell’inchiesta della Procura di Trapani, emergono scenari inquietanti sul modo di fare politica.

L’inchiesta prende spunto dall’esplosione di una bomba carta davanti la segreteria dell’ex Senatore, Nino Papania, avvenuta il 22 Febbraio del 2012, e il conseguente arresto, da parte di Carabinieri e Polizia, di tre pregiudicati alcamesi; si tratta di Antonino Mistretta (39 anni), Enzo Amato (38 anni) e Francesco Domingo (30 anni).  Secondo gli inquirenti la motivazione di tale gesto, da parte dei tre pregiudicati alcamesi, deriva da una richiesta, effettuata tramite intermediari, di ottenere un “posto” all’Aimeri Ambiente, ma non esaudita da parte del Senatore Papania. Per il Senatore Papania il gesto dell’intimidazione è stato perpetrato da facinorosi appartenenti a delle fazioni opposte, mentre per il sostituto procuratore Rosanna Penna vi erano dinamiche riconducibili alla logica del voto di scambio che la sua stessa base elettorale, come poi le indagini riveleranno, vera e propria patologia della competizione elettorale che invelenisce il clima e ne altera la democrazia”.

La Procura ha voluto vederci chiaro ed ha approfondito il caso individuando retroscena abbastanza inquietanti. Da alcune intercettazioni, fatte all’ entourage di Nino Papania, si sono documentati i movimenti e le discussioni, riguardanti la campagna elettorale delle amministrative 2012 di Alcamo. 

A far capire agli inquirenti il metodo della raccolta del consenso sono stati quattro soggetti: Leonardo e Giuseppe De Blasi, Leonardo Vicari e Giovanni Renda; i quattro sono indagati per tentata estorsione nei confronti proprio del Senatore Papania, per le intercettazioni avvenute durante la campagna elettorale.

Secondo quanto si evince dalle indagini, i soggetti si occupavano di “portare voti” al Sindaco Bonventre, sostenuto da Papania.

Papania – scrive sempre il Sostituto Procuratore Rosanna Penna – era tutt’altro che estraneo alla competizione avendone preso parte attiva nel sostenere l’elezione del candidato sindaco Sebastiano Bonventre e, soprattutto, avvalendosi durante la campagna elettorale di soggetti i cui metodi nella raccolta delle adesioni di voto presso la base elettorale, stando sempre al tenore delle conversazioni registrate, si sono rivelati essere improntati proprio alla alterazione delle regole del gioco, atteso che gli stessi in ambientale parlavano di somme di denaro consegnate o da consegnare ad elettori non meglio individuati e a numerose promesse di assunzione, asseritamente fatte dal senatore Papania e dai candidati alla carica di consigliere comunale della lista Bonventre”.

Dall’inchiesta il Sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, non risulta direttamente coinvolto in questo sistema, ma resta da chiarire per quali consiglieri o se i procacciatori di voti si muovevano per conto proprio o su mandato.

Secondo le intercettazioni ambientali, riportate su Il Fatto Quotidiano, i quattro discutono sul “contributo” da elargire per ogni voto comprato che si aggira sui 50 euro a voto, mentre, in altri casi, si discuteva di buoni benzina e, per chi si prodigava nella raccolta dei voti, l’ambizione era quella di un posto di lavoro all’Aimeri, promessa poi non esaudita.

Dall’indagine della Procura di Trapani, il Senatore Papania risulta parte lesa nella vicenda per aver subito dai “procacciatori di voti”, insoddisfatti per le promesse non mantenute, delle intimidazioni.

Questa inchiesta si aggiunge ad altre che riguardano l’Aimeri e nello specifico l’assunzione del figlio dell’ “ex giardiniere” di Papania, Filippo Di Maria, nell’azienda stessa. Inoltre anche il Di Maria è stato in passato un sostenitore di alcuni candidati alle primarie del PD. Quest’ultimo, ritenuto uomo di Cosa Nostra, è stato condannato ad undici anni di reclusione l’inverno scorso.


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Marcello Contento nasce a Palermo nel 1982, vive la sua vita tra la Sicilia e la Toscana. Giornalista, insegnante di economia aziendale e lettore incallito di Tex e Alan Ford.