Niente da fare, il DDL “AntiParentopoli” è stato rimandato all’Aula per la riscrittura della norma. Lotte e partiti che non si accordano, iter burocratici confusionari e tanto altro non hanno permesso ancora una volta la nascita di un DDL che non permetta la “Parentopoli”, che in passato ha visto generazioni con lo stesso cognome trovare la “sedia da scaldare” alla Regione. Non tutto però può essere ricondotto a questo ragionamento, perché bisogna non creare una norma discriminatoria, cioé l’essere parente non deve diventare un ostacolo per possibili buoni amministratori. Naturalmente il teatrino in atto sembra più la difesa del proprio orticello che una lotta per la giustizia, ma lungi da me essere qualunquista, quindi si spera che i nostri deputati regionali e affini siano sempre così attivi, anche su altri provvedimenti.