PALERMO. Altro duro colpo per il “re dell’eolico” Vito Nicastri, a seguito delle indagini che confermavano i collegamenti, dell’imprenditore alcamese con noti esponenti mafiosi, vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. L’attività imprenditoriale di Vito Nicastri, specializzato nello ‘sviluppo’ di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, è consistita nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici e fotovoltaici con ricavi milionari.
La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo questa mattina, su disposizione dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, ha proceduto con la confisca di altri beni dell’imprenditore, per un valore di oltre 3 milioni e 500 mila euro, tra conti correnti, rapporti finanziari e attestati presso istituti di credito in Sicilia e Lombardia, andandosi a sommare alla confisca dell’aprile scorso di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro. Per la magistratura ci sono ben pochi dubbi: “il patrimonio di Nicastri, è frutto del reinvestimento di capitali di provenienza illecita”.
La misura di tale provvedimento, scaturisce da un’ulteriore attività istruttoria avviata dai magistrati sulla proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dal Direttore della Dia.