ALCAMO. I carabinieri di Alcamo nel tardo pomeriggio di ieri hanno tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare in carcere Giovanni Badamo, 41 anni, residente a Castellammare del Golfo, con l’accusa di sequestro di persona, tentata estorsione e simulazione di reato.
Lo scorso luglio, sin dall’origine della vicenda, si erano registrate numerose incongruenze che sono subito saltate agli occhi degli inquierenti. Più precisamente nella mattinata del 12 luglio l’uomo si era recato presso la caserma di Alcamo, per denunciare che da alcune settimane era seguito da due individui che lo minacciavano di morte e che avrebbero compiuto altre ritorsioni ai danni della famiglia, nel caso in cui non avesse assecondato le loro richieste. Inoltre Badamo, aveva fornito ai militari un racconto dettagliato e ricco di particolari, che tuttavia appariva anomalo e pieno di circostanze inverosimili. Ciononostante, trovatisi difronte a una denuncia di fatti molto gravi, i carabinieri avevano subito avviato le indagini sul caso per verificare quanto appreso.
Badamo aveva descritto i due individui loschi, con un forte accento palermitano, che gli avevano intimato di farsi consegnare una somma di 10 mila euro in contanti dal titolare dell’impresa castellammarese presso cui lavora la moglie, minacciandolo di ritorsione nei confronti dei suoi figli, quindi, stando al suo racconto, senza consultare la consorte, avrebbe contattato la figlia del datore di lavoro della moglie.
Una volta incontrata la ragazza, le chiedeva 10mila euro e, dopo essere riuscito a farsi seguire presso la sua abitazione, le sottraeva il cellulare minacciandola con un coltello affinchè convincesse il padre a fornirle la somma richiesta, giustificandosi con la ragazza raccontandole delle minacce subite.
La ragazza, scossa per quanto capitato, ha subito contattato il padre con cui poco dopo si è recata in caserma per denunciare il fatto. Allo stesso tempo anche Badano, probabilmente resosi conto della poca credibilità della storia raccontata alla ragazza, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri nel tentativo di sviare gli inquirenti, denunciando quindi la presunta estorisione subita.
I militari dell’Arma, hanno dunque raccolto le due versioni dei fatti e interrogato l’uomo per diverse ore che, dopo le numerose contraddizioni e discrepanze emerse e le contestazioni formulategli,ha ammesso di essersi inventato la storia dell’estorsione per giustificare il proprio gesto.
Sulla base degli elementi raccolti dai carabinieri, il Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Franco Belvisi, condividendone le risultanze investigative, ha avanzato al G.I.P. una richiesta di custodia cautelare in carcere, emessa poi dalla dott.ssa Lucia Fontana in regime però degli arresti domiciliari, eseguita nel pomeriggio di ieri dai militari alcamesi.