TRAPANI – Il diffondersi della notizia che la tendopoli a Chinisia si stà effettivamente realizzando ha dato il via alla mobilitazione degli esponenti politici per evitare uno sfruttamento eccessivo del territorio trapanese. Il primo a parlare è stato il sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, che ha scritto una nota indirizzata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro dell’Interno Roberto Maroni: “La comunità trapanese e tutti i siciliani hanno sempre fatto della cultura dell’accoglienza un proprio valore, ma non è accettabile che il peso dell’emergenza, che deve riguardare tutto il territorio italiano, Nord compreso, e l’Unione Europea, venga scaricato esclusivamente sulla Sicilia”. La nota del sindaco continua evidenziando il fatto che il territorio di Trapani dà già un suo grande contributo a livello di accoglienza con il centro di prima accoglienza “Serraino Vulpitta” e il Centro di accoglienza per richiedenti asilo politico di Salinagrande, entrambi già saturi. Fazio sottolinea inoltre che “il sito individuato per l’installazione della tendopoli è del tutto privo dei requisiti minimi in termini di servizi (acqua, scarico reflui) e riversare un gran numero di persone a Chinisia, in queste condizioni, potrebbe determinare, oltre che una condizione di vita disumana per gli stessi, seri problemi di salute pubblica.
Non si può nascondere che, qualora si dovesse realmente concretizzare l’ipotesi di installazione della tendopoli a Chinisia, non si potrà garantire l’ordine pubblico, poiché alle legittime e già annunciate proteste dei cittadini della provincia di Trapani si aggiungerebbero le altrettanto legittime proteste degli extracomunitari, i quali verrebbero abbandonati in un’area assolutamente inidonea allo scopo”. Infine, il sindaco pone in evidenza “il gravissimo danno, in termini economici, che le scelte operate in questi ultimi giorni, sia relativamente alla vicenda dell’aeroporto di Trapani/Birgi sia relativamente alla questione immigrazione, stanno arrecando al territorio trapanese: la maggiore risorsa di questo territorio è il turismo e la situazione determinatasi rischia di mettere irrimediabilmente in ginocchio l’economia locale” e chiede al Governo “una riflessione che porti ad una equa distribuzione degli extracomunitari attualmente a Lampedusa su tutto il territorio nazionale e non solo su alcune città della Sicilia”, annunciando “ulteriori forme di protesta, qualora la decisione assunta dovesse essere confermata”.