ALCAMO – Si concluderà domani 31 marzo, la mostra personale del pittore alcamese Enzo Di Franco, voluta dall’amministrazione comunale in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Le diverse opere che è possibile ammirare nella sala Rubino racchiudono in sè la gran parte dei periodi e dei cicli di opere dell’artista, quasi a fare un sunto dell’immensa operosità artistica del pittore alcamese. La mostra ha avuto un buon successo di pubblico ed ha permesso a quanti non conoscessero il Maestro Di Franco di poter iniziare a seguire ed apprezzare un personaggio che è, di certo, un valore aggiunto della nostra città, molto apprezzato da pubblico e critica a livello nazionale ed internazionale, ma purtroppo poco valorizzato a livello locale.
La sua è un’arte viva e ricca di colori brillanti ma al contempo carica di suggestione, pronta a cogliere le sfaccettature della vita lavorativa locale, raccontando le tradizioni, gli usi ed i costumi di un territorio che spesso dimentica le sue origini. Peculiarità del pittore è quella di accompagnare i suoi cicli di dipinti, come quello relativo alla mattanza dei tonni di Favignana, con una conferenza-approfondimento, che permetta così all’osservatore di meglio comprendere il significato di ogni singola opera. Altri soggetti prediletti dall’artista sono i mercati, con i suoi colori sgargianti ed i suoi personaggi particolari, e gli scorci di paesaggi marittimi nei quali sono spesso presenti delle coloratissime barche. Ma il nostro territorio non è il solo elemento di ispirazione di Di Franco, che nonostante l’attaccamento alla sua terra, ama viaggiare e scoprire luoghi e colori diversi da quelli siciliani. Nascono così i paesaggi della Valtiberina, gli sbandieratori di Gubbio e San Sepolcro, le mongolfiere del Meeting degli artisti di Bassano del Grappa.
Purtroppo un riconoscimento ampio e condiviso è difficile da ottenere, semplicemente per il fatto che manca la cultura dell’arte, cosa che dovrebbe partire dalle scuole ma che spesso si tralascia per mancanza di fondi o, semplicemente, di volontà. Per cui speriamo di riuscire a rieducarci ad apprezzare il bello e l’arte, per dare così il giusto riconoscimento ad un artista che è ha così tanto valorizzato la sua città.
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