Intervista al Prof. Roberto Calìa, storico.
A cura di Pietro Pignatiello e Lidia Milazzo
1. Come nascono i palazzi storici ad Alcamo?
Tutte le civiltà hanno lasciato traccia di uno stile architettonico. Prima di tutto c’è da dire che un monumento va visto da diversi punti di vista: quello architettonico, quelo antropologico, quello storico e quello che riguarda il vissuto delle famiglie che lo hanno abitato nel tempo.
Alcamo è una città da scoprire, da questo e da tanti altri punti di vista. Il centro storico, come noi lo vediamo oggi è nato tra il 300 e il 500 in quanto, la ricca borghesia o la ricca aristocrazia, dopo avere abbandonato il feudo in cui risiedeva precedentemente si trasferisce nella città in costruzione. Così come al Nord è avvenuta la migrazione dalle campagne alle città anche al Sud avviene questo spostamento da zone più rurali a quelle più centrali.
2. Perchè e quando avviene questo sostamento?
Lo spostamento avviene nel 1400 con un ritardo di circa un secolo. Anche dal punto di vista artistico è ovvio che sia avvenuto uno slittamento dell’utilizzo delle forme in voga nel resto d’Italie d’Europa, ma anche per motivi peculiari relativi ad una non facile accettazione. La Sicilia non ha accettato mai un’imposizione dal punto di vista dell’arte. Ad esempio, il gotico siciliano e il gotico del Nord, risultano essere completamente differenti. Quello apparso nelle nostre zone è certamente di ispirazione catalana poiché rispecchiava la cultura spagnoleggiante imperante in quel periodo.
Come avviene in tutta Italia, anche al Sud, con l’abbandono del feudo tra 1300 e 1400, i nobili lasciano la campagna per costruire dei palazzi all’interno della città. La nobile famiglia De Ballis, proprietaria del Castello di Calatubo, importante anche per la sua collocazione su una roccia rivolta verso il mare, decidono di trasferirsi in questo palazzo cosruito du una delle vie principali dell città di Alcamo, ancora in costruzione.
3. Quali sono le strutture archiettetoniche più importanti della città?
La città di Alcamo nasce nella seconda metà del 300 con la costruzione del Castello tra il 400 e il 500 dai Chiaramionte. Attorno ad esso si sviluppano i 4 quartieri che daranno avvio alla città. Il sistema urbanistico, in via di sviluppo, comincia ad evidenziare un sistema a scacchiera con asse tra Corso VI Aprile e via dei Baroni Emanuele di San Giuseppe (ndr. erroneamente chiamata via Barone san Giuseppe, in quanto realmente destinata ai Baroni di San Giuseppe Jato).
All’interno della cinta muraria, i 4 quartieri, vengono a prendere il toponimo della principale chiesa esistente su quella zona. Pertanto esiste il quartiere di San Giacomo Spada, il quartiere Maria Santissima Assunta, il quartiere di San Calogero, per la presenza di una chiesa dedicata a San Calogero(ubicata tra la via Federico II e la via Rossotti dove oggi insiste un giardinetto difronte la Chiesa del Santissimo Salvatore).
Il quarto quartiere era quello di “San Francesco” o “ Terra nuova” per la presenza della Chiesa omonima. Si definiva “terra nuova” perchè fu l’ultimo quartiere che si costruì. Ben presto, essi furono cinti da mura di difesa (tra il 400 e il 500). All’interno della cinta muraria ben presto si svilupparono imponenti monumenti ecclesiali e civili come mostrano il Monastreo di Santa Chiara, il Monastero Badia Nuova, il Monastero degli Angeli Custodi, il Monastero orfanotrofio San Pietro, il Monastero Santissimo Salvatiore, il Convento dei francescani conventuali, il complesso della Chiesa Basilica Maria Santissima Assunta. Si tratta di veri e propri interi isolati che hanno, dal punto di vista urbanistico, imposto anche un sistema, appunto quello a scacchiera. A queste soprannominate strutture archietettoniche religiose, dalla fine del 400 in poi, sono da inserirsi i palazzi della ricca aristocrazia o borghesia alcamese.
4. Ci fa un esempio di palazzo alcamese che è stato costruito in questo periodo?
Un esempio di costruzioni di questo periodo è lo splendito palazzo turrito dei baroni del Ballis progettato probabilmente nel 1490 dai fratelli Tommaso e Pietro Oddo, architetti, originari di Monreale, che sono intervenuti nel completamento del duomo e all’ annesso chiostro di Monreale.
Il Palazzo de Ballis, appartenente alla famiglia de Ballis, del feudo di Calatubo, è abitato fino al 700. E’ uno tra i più imponenti della ricca borghesisa alcamese. Ha una struttura medievale, con una torre al centro costruita con una pietra calcarenite travertinoide squadrata e con la presenza di finestre bifore e trifore tipiche del 300 e del 400 ( paragonabili a quelle presenti a Palazzo Abatellis). Dal punto di vista esterno il palazzo mantiene una sua originalità prospettica con l’aggiunzione di alcuni balconi settecenteschi.
L’interno presenta almeno nell’ ingresso principale un elegante cortile dove si sviluppa la scala di accesso al piano nobile. Le porte sono laccate e i panneli in vetro pitturato con elementi floreali o con figure arabeggianti.Un’ultimo restauro consolidamento è avvenuto in quest’ ultimo decennio e ne ha conservati i tratti e le caratteristiche originarie rendendolo più leggibile al fruitore.