Aimeri scossa da uno scandalo che arriva dalla Puglia

Giovanni Battista Pizzimbone, presidente del gruppo Biancamano Spa, che controlla Aimeri, una delle imprese leader in Italia nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti, è stato colpito da unamisura cautelare ai domiciliari con l’accusa di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art.353 bis ), emessa dal gip del tribunale di Trani, su richiesta della procura della Repubblica.

Pizzimbone, assente all’atto della notifica da parte della polizia giudiziaria, si è consegnato stamattina ai carabinieri di Milano. Una volta notificata l’ordinanza, l’imprenditore di origine piemontese, che ha iniziato la sua scalata ai vertici del settore da Imperia, attraverso la gestione della discarica di Ponticelli, sarà chiamato a indicare il luogo, ovvero l’abitazione, dove intende sottostare alla misura.

L’inchiesta della procura pugliese riguarderebbe l’appalto cosiddetto di ambito bandito nel 2011 dal Comune di Adria. Secondo l’accusa, Pizzimbone, in concorso con tre dirigenti della Aimeri, anch’essi agli arresti domiciliari in forza della medesima ordinanza, si sarebbe adoperato per pilotare l’esito della gara. Un’operazione che, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe visto la partecipazione anche di un ex assessore di Andria, già arrestato due anni a seguito di un’altra indagine.

Ai domiciliari, eseguiti sabato mattina, sono finiti l’ingegnere Orazio Colimberti, dirigente di Aimeri per l’area sud Italia; Luca Venturin, anche lui dirigente Aimeri; e Massimo Zurli, responsabile di Aimeri per la Puglia. Pizzimbone, che al momento delle notifiche non era reperibile, venuto a conoscenza del provvedimento che lo riguarda, attraverso i suoi legali ha contattato la procura di Trani e comunicato che si sarebbe consegnato ai carabinieri di Milano.

«Sono certo che mio fratello – ha detto ieri Pier Paolo Pizzimbone – dimostrerà la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Stupisce tra l’altro che una inchiesta che riguarda una nostra controllata chiami in causa il presidente della società controllante, la Biancamano. Giovanni Battista non sa nulla di quell’appalto, nè conosce gli amministratori comunali di Andria. Inoltre, voglio sottolineare che il nostro gruppo non ha partecipato a quella gara bandita nel 2011.

La Aimeri era soltanto subentrata all’impresa che dal 2009 aveva in gestione in servizio, la Manutencoop, impresa che avevamo acquisito. Successivamente, Aimeri aveva deciso di non prendere parte al nuovo appalto». Giovanni Battista Pizzimbone – spiega una nota del gruppo diffusa nel tardo pomeriggio di ieri – nel dichiararsi «con forza totalmente estraneo alla vicenda, e fornendo come sempre la massima disponibilità a collaborare con le competenti autorità al fine di accertare la verità dei fatti, dopo attenta valutazione, a testimonianza della condotta irreprensibile che da sempre contraddistingue il suo operato, ha comunque deciso di mantenere la carica di presidente della Biancamano». I nomi di Colimberti e Pizzimbone figurano anche nella indagine condotta dalla Procura di Palermo a proposito di altre presunte malefatte compiute nell’ambito della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio di Trapani, all’interno dell’ambito territoriale “terra dei Fenici” che riguarda anche i Comuni di Erice, Marsala, Alcamo, Paceco ed altri ancora rientranti nella fascia fuori dalla Valle del Belice. In questa indagine è stato formalizzato un avviso di conclusione indagini che riguarda tra gli altri l’ex direttore dell’Aimeri ingegnere Salvatore Alestra. Una posizione è stata stralciata ed è quella relativa all’ex senatore del Pd Nino Papania.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.