ALCAMO – Durante i periodi di festa è inevitabile non parlare delle nostre tradizioni, quelle così care ai nostri nonni ma quasi del tutto dimenticate dalle nuove generazioni. Ormai i beni di largo consumo sono solo le uova di Pasqua di cioccolato e le colombe di produzione industriale, beni prettamente commerciali.
Le uova di Pasqua tipiche erano “li cannatuna”: uova sode, bollite in acqua con l’aggiunta di fogli di carta velina colorata, che permettevano al colore di fissarsi sul guscio delle uova, e poi decorate con della pasta di pane con dei motivi floreali o a simulare un cestino.
Durante i primi anni del novecento,t ipico regalo pasquale fatto dalla famiglia del fidanzato a quella della futura moglie era la “ciocca cu li puddicini”, un cesto pieno di uova sode colorate su cui sopra era adagiata una gallina ralizzata sempre in pasta di pane fresco opportunamente modallata e poi colorata con polvere d’oro oppure adornata con piume vere di gallina. Attorno ad essa venivano posti a devorazione dei pulcini fatti di stoffa o di pasta o confetti e cioccolattini. Era un regalo che indicava fertilità. Negli anni l’usanza di regalare la ciocca è stata poi soppiantata dall’agnello di pasta reale.