Falliti? No, non ancora!

palazzo_regione_siciliaLe notizie che in queste settimane si sono susseguite sul possibile “fallimento” della Regione Sicilia mi rende perplesso, e mi chiedo: ma la rivoluzione tanto sbandierata negli ultimi due anni che fine ha fatto. Era questa?
Ovviamente il demerito di questa situazione non è da attribuire solo agli ultimi anni di governo, il problema parte da lontano e credo si possa partire dalla fine degli anni ’60, primi anni ’70 e lo dimostrano alcuni ritagli di giornale che ho trovato in biblioteca qualche tempo fa.

Già allora si parlava di bilancio preventivo con cifre importanti per quel tempo.  Era il 1967 ed i giornali già evidenziavano i malumori del tempo. Da allora ad oggi, mi viene da affermare, vista la situazione in cui ci troviamo, che alla guida della Regione si sono avvicendati politici che hanno avuto una visione del futuro limitata e capacità di gestione della cosa pubblica quasi nulla. Se queste persone avessero gestito una azienda privata credo che sarebbero stati licenziati in tronco. Ma torniamo ad oggi, se non si approverà con una certa urgenza un mutuo e se non si parlerà di finanziaria bis ci saranno problemi seri per il pagamento degli stipendi ai dipendenti, e al finanziamento per enti regionali teatri ed assoiazioni. Lo stesso Crocetta ammette la criticità del momento e si augura che gli Onorevoli in aula possano dire sì alla manovra. Se ciò mon accasesse si arriverebbe al tanto temuto “fallimento” e si tornerebbe a votare. A questo punto cari lettori direi di farci trovare pronti alla “fortunata” eventualità di una prossima elezione Regionale e questa volta cerchiamo di andare a votare in massa perché in gioco ci sono il futuro e il benessere nostro e della nostra terra. Dunque, prendiamo bene la mira e votiamo per noi Siciliani e pensiamo a mandare a casa chi, in questi ultimi anni, ha prodotto poco o nulla.

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Fulvio Catalanotto nasce in Sicilia, terra, secondo lui, al centro del mondo. Formatore ed esperto dei processi formativi con la passione per la comunicazione e l'informazione. È un ascoltatore cronico di Rosa Balistreri.