PACECO. Un momento di vera osmosi culturale tra la Chiesa cattolica e le esperienze religiose di altre parti del mondo. Sono tredici gli “our friends”, che l’azione cattolica di Trapani ha incontrato, alcuni Nigeriani e altri siriani, rispettivamente cristiani e drusi. Guidati da Don salvo Morghese, che li ha accolti nella chiesa Regina Pacis, e dalla Presidente dell’Azione cattolica, Dalila Ardito, hanno pregato con un sottofondo scandito dal suono del bongo e da un tamburo africano, a testimoniare i tanti modi di pregare.
L’incontro è proseguito con le testimonianze di alcuni di loro, sul perchè sono andati via dal loro paese, su come hanno affrontato il viaggio e su come vivono in Italia, lontano dalle loro famiglie, in una terra con abitudini e culture diverse dalle loro. Molto forte la testimonianza dei due fratelli siriani. Partiti lo scorso ottobre dal loro paese per le continue lotte a causa della religione (il sovrano ha stabilito che si professi una sola religione, abolendo tutte le altre), erano circa 450. Durante il loro viaggio il barcone sul quale stavano navigando si è spezzato e solo 200 sono stati trattati in salvo. “Nei loro occhi si leggeva la sofferenza che provavano per aver lasciato il loro paese e il senso di gratitudine a Dio per essere tra i 200 superstiti”- dicono i rappresentanti dell’azione cattolica.
“Ci auguriamo di poter continuare a fare questi incontri e auguriamo a tutti di poter fare un’esperienza di questo tipo, perchè è proprio nell’altro, nel “diverso”, che troviamo il vero senso dell’essere cristiani e laici impegnati, superando la tentazione dell’estraneità e favorendo l’accoglienza e l’integrazione”.