PALERMO. Azzerato il vertice della cosca di Porta Nuova, nella notte sono scattati gli arresti per 8 persone nello storico quartiere palermitano. Da tempo la zona era bersaglio di attacchi e l’inizio di una faida era quanto mai vicino. Gli otto arrestati sono ritenuti i boss della zona che si trovavano in lotta per la leadership. Le indagini erano partite il 12 marzo scorso dopo l’uccisione di Giuseppe di Giacomo in strada. Il nucleo investigativo dei carabinieri nella notte ha messo segno questo importante risultato.
Il sodalizio sgominato riguarda almeno 3 famiglie: Porta Nuova, Palermo Centro e Borgo Vecchio, sotto il controllo di queste vi sono i tre mercati più importanti di Palermo (Ballarò, Capo, Vucciria).
L’indagine denominata “Iago” ha permesso di ricostruire un organigramma che ha consentito di giungere agli arresti.
L’indagine “Iago” ha consentito di ricostruire l’attuale organigramma del mandamento mafioso, facendo emergere i ruoli dei loro capi e le dinamiche che hanno portato alle loro investiture, ma soprattutto ha permesso di scongiurare l’inizio di una pericolosa faida tra famiglie mafiose.
Giuseppe Di Giacomo era il braccio destro di Alessandro D’Amborgio, arrestato in un’altra operazione, ma aveva assunto il ruolo di capo anche grazie alla parentela con Giuseppe Di Giacomo, fratello in carcere e componente del gruppo di fuoco di Pippò Calò. Le intercettazioni tra Giovanni e Giuseppe hanno consentito di sgominare l’intera banda. Giovanni, ergastolano, dal carcere dirigiva la “cassa” e spiegava come gestire le somme.
Quando a luglio 2013 D’Ambrogio venne arrestato fu proprio Giuseppe a prendere il potere incoraggiato dal fratello che gli spiegava come avesse una sua “storia” alle spalle che ne legittimava l’ascesa.
Alla morte di Giuseppe Di GIacomo appare chiaro che la famiglia, di cui è parte un altro fratello (Marcello), ha sete di vendetta e si prospetta un periodo di fuoco, già paventato dagli scambi tra Giuseppe e Giovanni che parlavano di far fuori qualcuno da tempo.
L’omicidio innesca nei familiari un’incontrollabile desiderio di vendetta e DI GIACOMO Giovanni e il fratello Marcello progettano di uccidere coloro che ritengono essere i responsabili del delitto, convinti anche da alcune insinuazioni venute a conoscenza dell’ergastolano.
Ecco uno stralcio delle intercettazioni:
GIOVANNI: … hai capito? però ti metti sempre un uomo vicino…
GIUSEPPE: … certo
GIOVANNI: … TUM … NEL SACCO … L’IMPORTANTE CHE LO DOVETE “AVVRURICARE” (ndr.seppellire) … tutto qua è il discorso
GIUSEPPE: … certo
GIOVANNI: … QUACINA … QUACINA (ndr. calce) … DI SOPRA
GIUSEPPE: … si … eh … eh
GIOVANNI: …GLI TOGLIETE I VESTITI
GIUSEPPE: … si … lo so
GIOVANNI: … LE SCARPE … hai capito?
GIUSEPPE: … si
GIOVANNI: … CI FAI IL TRATT … PERO’ QUANDO VIENE IL CRASTO … “BATTITILO SEMPRE IN CAPO”
GIUSEPPE: … si
GIOVANNI: … PERCHÉ PUÒ AVERE QUALCHE… CAPITO?
GIUSEPPE: … si
GIOVANNI: … QUESTO E’ IL DISCORSO… PER EVITARE “U’ SCRUSCIO”
Gli arrestati sono: DI GIACOMO Marcello, nato a Palermo il 30.11.1967, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova; LIPARI Vittorio Emanuele, nato a Palermo il 27.06.1961, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova; LIPARI Onofrio, detto Tony, nato a Palermo il 14.05.1990, reggente della famiglia mafiosa di Porta Nuova; MILANO Nunzio, nato a Palermo il 26.08.1949, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Porta Nuova; COMANDE’ Stefano, nato a Palermo il 15.04.1986, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova; ZIZZA Francesco, nato a Palermo il 01.06.1982, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova; GIOELI Salvatore, nato a Palermo il 01.09.1966, reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro; LO PRESTI Tommaso cl.75, nato a Palermo il 22.10.1975, reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro successivamente a GIOELI Salvatore.